lunedì 16 dicembre 2013

Magnolia (Magnolia, 1999) di Paul Thomas Anderson

Variegato ritratto antropologico corale in forma di mosaico e dal ritmo incalzante, chiaramente ispirato al cinema di Robert Altman e particolarmente debitore del suo splendido "Short Cuts" ("America oggi", 1993). Questo rinnovato ed accattivante epigono del talentuoso P.T. Anderson fa comunque la sua bella figura e non disdegna ambizioni di disperato apologo sulla solitudine umana e sul "caso" (?) che sembra regolarne andamenti e intersezioni. E' un'opera affascinante, magniloquente e di pregevole cifra stilistica, anche se non priva di qualche ridondanza e forzatura ideologica che si risolvono in più di una parte prolissa. Grande lavoro di direzione degli attori, cast molto ispirato e funzionale alle vicende, notevole la fotografia e straordinario uso del montaggio per spingere al massimo livello il patos di ogni singolo segmento. Nove storie e nove personaggi sullo sfondo della San Fernando Valley, con un surreale prologo assiomatico ed un epilogo da catarsi biblica, che non si nega una luce di speranza ed un accenno di "grazia" in tanta umana miseria morale. Fortemente espressiva la scena centrale con la canzone, cantata da tutti i personaggi, che li unisce idealmente facendo da filo conduttore. Un film non privo di difetti e non esattamente "originale", ma comunque molto valido al punto da poter essere considerato come uno dei migliori prodotti degli anni '90.

Voto:
voto: 4/5

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