Variegato ritratto antropologico corale in forma di mosaico e dal ritmo
incalzante, chiaramente ispirato al cinema di Robert Altman e
particolarmente debitore del suo splendido "Short Cuts" ("America
oggi", 1993). Questo rinnovato ed accattivante epigono del talentuoso
P.T. Anderson fa comunque la sua bella figura e non disdegna ambizioni
di disperato apologo sulla solitudine umana e sul "caso" (?) che sembra
regolarne andamenti e intersezioni. E' un'opera affascinante,
magniloquente e di pregevole cifra stilistica, anche se non priva di
qualche ridondanza e forzatura ideologica che si risolvono in più di una
parte prolissa. Grande lavoro di direzione degli attori, cast molto
ispirato e funzionale alle vicende, notevole la fotografia e
straordinario uso del montaggio per spingere al massimo livello il patos
di ogni singolo segmento. Nove storie e nove personaggi sullo sfondo della San Fernando Valley,
con un surreale prologo assiomatico ed un epilogo da catarsi biblica, che
non si nega una luce di speranza ed un accenno di "grazia" in tanta
umana miseria morale. Fortemente espressiva la scena centrale con la
canzone, cantata da tutti i personaggi, che li unisce idealmente facendo
da filo conduttore. Un film non privo di difetti e non esattamente
"originale", ma comunque molto valido al punto da poter essere
considerato come uno dei migliori prodotti degli anni '90.
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