Vagamente ispirato ai misfatti del serial killer Ed Gein, racconta la
storia di una terribile famiglia di assassini cannibali, che vive in un
angolo remoto del Texas e fa le sue vittime tra i viaggiatori
occasionali che hanno la sfortuna di capitare in quei luoghi. E’ il
migliore esponente di quell’horror brutale, feroce e selvaggio che,
probabilmente, “nacque” proprio con questo film low budget di Tobe
Hooper, in breve assurto al ruolo di cult movie. Nella sua cinica e
spietata logica del massacro ha la forza sovversiva di un maglio, ma non
manca di caustica ironia nei confronti delle “tranquillizzanti”
istituzioni americane: famiglia, provincia e Sogno. Vanta un’infinità di
seguiti, remake ed imitazioni ed ha consegnato ai posteri l’icona
horror di Leatherface: gigantesco cannibale ritardato e deforme,
armato di sega elettrica, che indossa maschere fatte con la pelle delle
sue vittime. Film truce, sporco e persino trash in alcuni momenti, ma il
suo valore “storico” per il genere è fuori discussione.
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