lunedì 16 dicembre 2013

La Sconosciuta (2006) di Giuseppe Tornatore

Un film intenso, ancorchè duro, che affronta un tema difficile, penoso ed attuale (quello della prostituzione con conseguente sfruttamento delle donne dell'est europeo) senza enfasi o spettacolarizzazioni di sorta. Giuseppe Tornatore è uno dei migliori registi italiani in circolazione e, specialmente quando si allontana (cinematograficamente) dalla sua Sicilia e dai toni solari e nostalgici, riesce ad ottenere i risultati più convincenti. Infatti, a parte il celeberrimo "Nuovo Cinema Paradiso", ritengo che i migliori film di Tornatore siano quelli che strizzano l'occhio al neo-noir ed alle atmosfere gotiche, come "La sconosciuta", "Una pura formalità" o "Il camorrista". Ne "La sconosciuta" Tornatore ci racconta una storia terribile e dolorosa (a tratti insostenibile), scegliendo registri narrativi e stili diversi, ed una messa in scena asciutta e, a volte, cruda quanto "necessaria". La prima parte è un thriller robusto, che tiene bene a mente la lezione di Hitchcock, sempre sul filo dell'incertezza, dell'ambiguo e dei ricordi. Anche la costruzione dell'intreccio narrativo, con evidenti rimandi a Chabrol ed al cinema francese, è di gran livello. Quando poi la situazione inizia a svelarsi il film ha qualche calo e non manca di alcune indulgenze retoriche, specie nel finale un po' troppo consolatorio e ad alto tasso di "zuccheri". Ma Tornatore è un cineasta vero, un regista di gran livello e ci regala alcune sequenze straordinarie e delle atmosfere malsane difficili da dimenticare. Buone, come sempre, le musiche del Maestro Morricone, anche se, probabilmente, un po' troppo "invadenti" nell'utilizzo. Anche il cast è di buon livello, specialmente nell'eccellente protagonista Xenia Rappoport (una vera "sconosciuta" per il pubblico italiano) su cui si regge tutto il film e che si dà corpo ed anima, con incredibile efficacia e resa emotiva, alla storia. Anche l'esperto Michele Placido è sorprendente nel mettere in scena un cattivo lercio, glabbro ed untuoso. Un po' sotto tono il resto del cast (Gerini, Favino) anche perchè oscurati dalla Rappoport. Un film discontinuo ma da vedere, che fa riflettere e che ci regala momenti di grande cinema, specie nella prima metà.

Voto:
voto: 3,5/5

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