Un film intenso, ancorchè duro, che affronta un tema difficile, penoso
ed attuale (quello della prostituzione con conseguente sfruttamento
delle donne dell'est europeo) senza enfasi o spettacolarizzazioni di
sorta. Giuseppe Tornatore è uno dei migliori
registi italiani in circolazione e, specialmente quando si allontana
(cinematograficamente) dalla sua Sicilia e dai toni solari e nostalgici,
riesce ad ottenere i risultati più convincenti. Infatti, a parte il celeberrimo "Nuovo Cinema Paradiso", ritengo che i migliori film di
Tornatore siano quelli che strizzano l'occhio al neo-noir ed alle atmosfere
gotiche, come "La sconosciuta", "Una pura formalità" o "Il
camorrista". Ne "La sconosciuta" Tornatore ci racconta una storia terribile e
dolorosa (a tratti insostenibile), scegliendo registri narrativi e stili
diversi, ed una messa in scena asciutta e, a volte, cruda quanto
"necessaria". La prima parte è un thriller robusto, che tiene bene
a mente la lezione di Hitchcock, sempre sul filo dell'incertezza,
dell'ambiguo e dei ricordi. Anche la costruzione dell'intreccio
narrativo, con evidenti rimandi a Chabrol ed al cinema francese, è di
gran livello. Quando poi la situazione inizia a svelarsi il film ha
qualche calo e non manca di alcune indulgenze retoriche, specie nel
finale un po' troppo consolatorio e ad alto tasso di "zuccheri". Ma Tornatore è un
cineasta vero, un regista di gran livello e ci regala alcune sequenze straordinarie e delle atmosfere malsane difficili da dimenticare. Buone, come sempre, le musiche
del Maestro Morricone, anche se, probabilmente, un po' troppo
"invadenti" nell'utilizzo. Anche il cast è di buon livello, specialmente nell'eccellente protagonista Xenia Rappoport
(una vera "sconosciuta" per il pubblico italiano) su cui si regge tutto
il film e che si dà corpo ed anima, con incredibile efficacia e resa
emotiva, alla storia. Anche l'esperto Michele Placido è sorprendente nel mettere in scena un cattivo lercio, glabbro ed untuoso.
Un po' sotto tono il resto del cast (Gerini, Favino) anche perchè
oscurati dalla Rappoport. Un film discontinuo ma da vedere, che fa riflettere e che ci
regala momenti di grande cinema, specie nella prima metà.
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