lunedì 16 dicembre 2013

Aurora (Sunrise, 1927) di Friedrich W. Murnau

Dopo essere stato sedotto da una femme fatale di città, un campagnolo decide di annegare la moglie, in modo da sbarazzarsene, ma sul più bello, non ne è in grado. Arrivati in città, i due si riconciliano e trascorrono momenti sereni e allegri che rievocano una seconda luna di miele. Sul tragitto di ritorno, vengono colti da una burrasca, e la moglie risulta dispersa. Viene poi tratta in salvo da un pescatore, e infine l'Uomo e la Donna si dichiarano amore con il sorgere del sole. Primo film di Murnau in terra americana, e il risultato è strepitoso: un film espressionista tedesco girato a Hollywood. La prima parte del film è puro noir, a tratti terrificante, paradossalmente in qualche frangente anche più di Nosferatu. Il corpo centrale del film invece si caratterizza per un cambio netto di tono, da commedia tipicamente hollywoodiana mentre il finale apparentemente tragico si risolve con un happy ending ancora nel classico stile americano. La fotografia è sublime, come il montaggio calibrato alla perfezione, mentre si trovano pochissime didascalie per essere un film muto: effettivamente la potenza delle immagini parla benissimo da sè. La sequenza dove il marito viene "abbracciato" dallo spirito maligno dell'amante è tanto visionaria quanto stupefacente. Insomma, la visionarietà di Murnau al servizio di una storia di riconciliazione "universale" in un film che mescola la ricerca espressionistica dell'immagine controllata, dallo stile tipicamente tedesco, con la drammaturgia melodrammatica tipicamente hollywoodiana, dando vita ad una delle massime vette del cinema muto. Vinse tre Academy, tra cui miglior film, alla prima cerimonia degli Oscar del 1927 in cui esistevano due categorie distinte: miglior film e produzione artistica e miglior produzione (in cui vinse "Ali" di William A. Wellman). Queste due categorie furono abolite già dall'anno successivo per dar vita a quella unica ed attuale di Miglior Film. Una menzione speciale alle musiche di Hugo Riesenfeld che ormai formano un corpo unico con questo capolavoro di Murnau, che compare anche in un breve cameo nel finale del film. Quest'opera viene anche ricordata per l'enorme quantità di pellicola girata (Murnau era anche un tecnico molto preparato ed esigente ed era famoso per le sue continue sperimentazioni sulle immagini), poi pesantemente ridotta in fase di montaggio.

Voto:
voto: 5/5

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