Agli inizi del 1800, Ada, giovane donna scozzese muta fin dalla tenera età, sbarca in Nuova Zelanda per sposare un ricco latifondista inglese, dopo un accordo matrimoniale per procura. La donna reca con sè la figlia Flora di nove anni, i suoi bagagli e un pianoforte, che viene rifiutato dal marito, Alistair Stewart, e finirà nelle mani del rozzo George Baines, inglese incolto convertito alla cultura maori che ha un debole per Ada. Infuriata per la sorte del suo amato strumento la donna ottiene dal marito di recarsi periodicamente nella capanna di Baines per dargli lezioni di pianoforte. Qui i due diverranno amanti, suscitando scandalo tra la gente del luogo. Melodramma intenso, di preziosa eleganza e di finissima suggestione, a
cui l'ambientazione "agli antipodi" dona ulteriore spessore espressivo. Indimenticabili, in tal senso, gli scenari naturali tropicali sferzati da vento, pioggia e fango. Straordinaria la protagonista, Holly Hunter, nel ruolo della vita e della carriera. Regia
di gran classe della Campion, la cui sensibilità femminile riesce a filtrare sotto la lente di un cupo romanticismo l'erotismo selvaggio intrinseco alla storia, e bellissime le suggestive musiche di Michael Nyman. La disabilità della protagonista si fa metafora di una sottile critica sociale contro il conformismo ipocrita della società vittoriana in versione "esportata". Fu un grande successo presso la critica internazionale e vinse una mésse di premi, tra cui la Palma d'Oro al Festival di Cannes, ex aequo con Addio mia concubina di C. Kaige, e tre Oscar (alla sceneggiatura, scritta dalla stessa regista, e alle due splendide interpreti femminili: Holly Hunter e Anna Paquin). Completano il cast Harvey Keitel, Sam Neill e Kerry Walker. La
sequenza del pianoforte sulla spiaggia, col mare in tempesta, è un'immagine di possente fascinazione evocativa, una di
quelle che restano indelebili, tra le più belle in assoluto del cinema
moderno.
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