Da un romanzo di Ken Kesey, Milos Forman ha tratto uno straordinario,
emozionante, scioccante e commovente atto di accusa al sistema
repressivo ed inumano delle cliniche psichiatriche. Scevro di retorica e
di qualunquismo, ma forte di quella denuncia caustica e rigorosa tipica
del grande cinema americano degli anni '70, il film possiede la densità
del capolavoro e la poliedricità espressiva delle grandi opere
allegoriche, grazie alla quale diventa (anche) uno straordinario inno
alla libertà ed una accorata esaltazione della dignità di ogni uomo.
Costruito su una sceneggiatura perfetta come un orologio, è ricco di
momenti memorabili e contiene una galleria di personaggi che sono
rimasti nell'immaginario collettivo. Una menzione speciale va fatta,
quindi, a tutto il cast per le incredibili performance: oltre ai due
protagonisti, straordinari, ovvero Jack Nicholson nel ruolo di McMurphy e
Louise Fletcher in quello dell'odiosa capo infermiera miss Ratched,
vanno quanto meno ricordati anche Will Sampson (il "grande capo"
Bromden) e Brad Dourif (il giovane balbuziente Billy Bibbit).
Nell'incredibile corpo di attori ci sono anche, in ruoli minori, Danny
DeVito e Christopher Lloyd. Il film riesce a commuovere, indignare e sconvolgere come pochi altri
nella lunga storia della settima arte e senza mai scadere in facili
spettacolarizzazioni. Fu un grande successo di pubblico e critica, vinse
una miriade di premi (tra cui 5 Oscar "pesantissimi") e segnò
definitivamente la carriera di tutti i partecipanti. L'enorme ondata di
clamore che la sua visione suscitò contribuì non poco alla successiva
chiusura dei manicomi in molti paesi occidentali. La sequenza finale,
con la splendida colonna sonora di Jack Nitzsche, è uno dei momenti più
alti della storia del Cinema.
Insieme a Il silenzio degli innocenti (1991) e Accadde una notte
(1934) è l'unico film ad aver vinto tutti i 5 Oscar principali: film,
regia, attore protagonista, attrice protagonista e sceneggiatura.
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