Questo è il nasty movie per eccellenza, l’alfa e l’omega del
famigerato genere “cannibal”, il film ancora oggi bandito in 23 paesi e
censurato in oltre 50, che costò quasi il carcere al suo regista e che
ebbe mille vicissitudini giudiziarie e censorie. Il genere “cannibal”
consta di autentici z-movies volti unicamente a sconvolgere lo
spettatore con la più bieca exploitation di sangue ed atrocità. L’unica
eccezione spetta a questo Cannibal Holocaust considerato da molti
addirittura un cult. Film discusso e discutibile ma anche operazione
commerciale assai furba e ben congegnata, che ancora oggi fa parlare di
sé ed ha dato il via alla moda dei finti snuff movies, che ha poi trovato in The Blair witch project
il suo esponente più famoso. Questa la trama: nella prima parte del
film (chiamata “The last road to hell”) quattro giovani reporters
partono per la foresta amazzonica per girare un documentario sui
cannibali del luogo ma scompaiono misteriosamente. Una spedizione di
salvataggio, guidata dall’istrionico prof. Monroe, si inoltra nella
giungla selvaggia alla ricerca dei quattro e troverà i loro miseri
resti, sbranati dai cannibali, e le bobine con il documentario girato.
La seconda parte (“The Green Inferno”) è la visione da parte di Monroe
ed alcuni direttori di reti televisive americane del filmato realizzato
dai quattro avventurieri. Girato volutamente da Deodato in 16 mm, con
telecamera a mano, pellicola graffiata ed audio in presa diretta, il
terribile filmato sembra essere (e vuole apparire come) un vero
documentario (da ciò derivarono le accuse di snuff movie al
film). Nel video-shock assistiamo ad ogni sorta di violenza e crudeltà
immaginabile: stupri, lapidazioni, uccisioni di animali (queste,
purtroppo, sono reali), squartamenti e pasti cannibalici. Insomma un
abominevole campionario di orrori, molti dei quali gratuiti (specie
quelli sugli animali). Dal filmato emerge chiaramente come i quattro
reporters, dopo essersi macchiati di ogni sorta di delitti e violenze ai
danni degli indios amazzonici, abbiano provocato la reazione dei
cannibali, pagando a caro prezzo le loro sadiche azioni. Il regista
Deodato pretese, da contratto, che i quattro attori che interpretavano i
reportes (tra cui un giovanissimo Luca Barbareschi) dovessero sparire
dalla circolazione per due anni, in moda da rendere ancora più
realistica l’operazione. Fu però costretto a farli ritornare in fretta e
furia, dopo che gli furono mosse addirittura accuse di omicidio in sede
legale. Difficile dare un giudizio su un film del genere, che ha acceso
nuove discussioni dopo l’uscita in DVD della versione integrale nel
2003, e che sicuramente non potrebbe mai più essere realizzato ai giorni
nostri. Al di là di ogni comprensibile avversione morale va detto che è
girato con "maestria" tecnica e ciò lo rende ancora più agghiacciante.
E, come al solito, lo scandalo suscitato ed i suoi guai con la censura e
la giustizia ne hanno decretato il successo commerciale. L'unica sicura
nota di merito va data alle musiche di Riz Ortolani, volutamente in
distonia con la terribile materia trattata nel film.
La Frase: "Mi sto chiedendo chi siano, i veri cannibali."
La Frase: "Mi sto chiedendo chi siano, i veri cannibali."
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