domenica 15 dicembre 2013

Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato

Questo è il nasty movie per eccellenza, l’alfa e l’omega del famigerato genere “cannibal”, il film ancora oggi bandito in 23 paesi e censurato in oltre 50, che costò quasi il carcere al suo regista e che ebbe mille vicissitudini giudiziarie e censorie. Il genere “cannibal” consta di autentici z-movies volti unicamente a sconvolgere lo spettatore con la più bieca exploitation di sangue ed atrocità. L’unica eccezione spetta a questo Cannibal Holocaust considerato da molti addirittura un cult. Film discusso e discutibile ma anche operazione commerciale assai furba e ben congegnata, che ancora oggi fa parlare di sé ed ha dato il via alla moda dei finti snuff movies, che ha poi trovato in The Blair witch project il suo esponente più famoso. Questa la trama: nella prima parte del film (chiamata “The last road to hell”) quattro giovani reporters partono per la foresta amazzonica per girare un documentario sui cannibali del luogo ma scompaiono misteriosamente. Una spedizione di salvataggio, guidata dall’istrionico prof. Monroe, si inoltra nella giungla selvaggia alla ricerca dei quattro e troverà i loro miseri resti, sbranati dai cannibali, e le bobine con il documentario girato. La seconda parte (“The Green Inferno”) è la visione da parte di Monroe ed alcuni direttori di reti televisive americane del filmato realizzato dai quattro avventurieri. Girato volutamente da Deodato in 16 mm, con telecamera a mano, pellicola graffiata ed audio in presa diretta, il terribile filmato sembra essere (e vuole apparire come) un vero documentario (da ciò derivarono le accuse di snuff movie al film). Nel video-shock assistiamo ad ogni sorta di violenza e crudeltà immaginabile: stupri, lapidazioni, uccisioni di animali (queste, purtroppo, sono reali), squartamenti e pasti cannibalici. Insomma un abominevole campionario di orrori, molti dei quali gratuiti (specie quelli sugli animali). Dal filmato emerge chiaramente come i quattro reporters, dopo essersi macchiati di ogni sorta di delitti e violenze ai danni degli indios amazzonici, abbiano provocato la reazione dei cannibali, pagando a caro prezzo le loro sadiche azioni. Il regista Deodato pretese, da contratto, che i quattro attori che interpretavano i reportes (tra cui un giovanissimo Luca Barbareschi) dovessero sparire dalla circolazione per due anni, in moda da rendere ancora più realistica l’operazione. Fu però costretto a farli ritornare in fretta e furia, dopo che gli furono mosse addirittura accuse di omicidio in sede legale. Difficile dare un giudizio su un film del genere, che ha acceso nuove discussioni dopo l’uscita in DVD della versione integrale nel 2003, e che sicuramente non potrebbe mai più essere realizzato ai giorni nostri. Al di là di ogni comprensibile avversione morale va detto che è girato con "maestria" tecnica e ciò lo rende ancora più agghiacciante. E, come al solito, lo scandalo suscitato ed i suoi guai con la censura e la giustizia ne hanno decretato il successo commerciale. L'unica sicura nota di merito va data alle musiche di Riz Ortolani, volutamente in distonia con la terribile materia trattata nel film.

La Frase: "Mi sto chiedendo chi siano, i veri cannibali."

Voto:
voto: 3/5

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