lunedì 16 dicembre 2013

La 25° ora (25th Hour, 2002) di Spike Lee

E' uno dei pochissimi film di Spike Lee senza personaggi di colore ed il suo migliore, superiore anche all'ottimo "Fa' la cosa giusta" del 1989. Film straordinario, duro, teso, a tratti truce, di rara intensità emotiva e denso di momenti memorabili. E' un viaggio, simbolico, nelle ultime 24 ore di uno spacciatore di droga, Monty Brogan (Edward Norton) prima di andare in carcere per 7 anni. In queste 24 ore egli dovrà tirare le fila della sua vita, congedarsi dalla sua donna, dai suoi amici, recuperare il rapporto col padre e decidere cosa fare del suo destino. E' come se una vita intera si proiettasse nell'arco limitato di una giornata, alla ricerca del tempo perduto, delle occasioni mancate e dei possibili destini mai vissuti, come a volere cristallizzare tutto questo in un non-luogo (e in un non-tempo) dell'anima: la 25° ora, quella che non c'è. Spike Lee, il regista degli emarginati, dei ghetti e delle strade sporche di New York, dirige, ancora una volta, una storia di anime dannate che qui cercano di sfuggire al tempo, e lo fa col piglio del grande narratore, sotto forma di un'evidente metafora della situazione americana post 11 settembre. Grandi interpretazioni di tutto il cast (Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Anna Paquin, Rosario Dawson e Brian Cox), fotografia superba, musiche di struggente forza emotiva, ambientazioni suggestive ed una lunga serie di sequenze straordinarie (il monologo di Monty davanti allo specchio, l'apparizione spettrale, per la prima volta al cinema, del cratere di Ground Zero, lo straziante pestaggio del volto del protagonista, fino al finale surreale, visionario e realmente poetico) per un film che sarà difficilmente dimenticato, uno dei migliori in assoluto del nuovo millennio, uno di quelli che resteranno.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento