lunedì 16 dicembre 2013

Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti

La famiglia Parondi, poveri emigranti a Milano dalla Basilicata, è composta dalla madre Rosaria ed i suoi quattro figli maschi: Rocco, il più saggio, che fa il garzone in una stireria, Simone, il più scapestrato, che cerca di sfondare nella boxe, Ciro, operaio, e Luca, il minore, che aiuta la madre a casa. Simone perde la testa per la bella Nadia, prostituta abituata alla bella vita, ma quando lei s'invaghisce di Rocco scoppierà la tragedia. E la famiglia sarà disgregata. E' il più audace tra i film del Maestro Visconti, a metà strada tra dolente affresco sociale e melodramma di costume. Mette in scena abilmente passioni, contrasti, ardori e piccole meschinità di una famiglia meridionale emigrata a Milano che cerca disperatamente di ritagliarsi il suo spazio, non solo sociale ed economico ma soprattutto morale, nella grande metropoli lombarda negli anni del boom economico. Ricco di scene madri e sopra le righe, ebbe molti guai con la censura ma fu un grande successo di pubblico. E' uno dei capolavori del grande regista, che colpisce soprattutto per come evidenzia la crisi e la caduta dei vecchi ideali di famiglia patriarcale (qui paradossalmente incarnati dalla vecchia madre) di fronte al nuovo che avanza inesorabile ed ai "vizi" mondani della vita in città, che possono abbattere di colpo, con il fascino ammaliante del peccato, i valori dell'antica cultura contadina. Come ritratto di un periodo storico cruciale per il nostro paese è intenso, lucido, straordinario. La drammatica sequenza dell'Idroscalo, a lungo bersagliata dalle "forbici" censorie, è tra le più famose e tragiche del cinema italiano. Nel cast spiccano Renato Salvatori e Annie Girardot, che mettono in ombra il protagonista Alain Delon, mentre una giovane Claudia Mori fa una piccola comparsa come lavandaia. Fu premiato al Festival di Venezia con il Gran Premio della Giuria.

Voto:
voto: 5/5

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