Los Angeles, ultimi due giorni del XX secolo: alla vigilia
dell'anno 2000 la metropoli californiana è una città militarizzata e
tormentata da lotte intestine e faide razziste. In un'atmosfera di odio e
di violenza, con il caos che regna sovrano nelle strade, alcuni ambigui
personaggi cercano di sopravvivere alla loro maniera: Lenny Nero (Ralph Fiennes) è un ex sbirro cinico e disilluso che vive spacciando la nuova droga di fine millennio, lo SQUID,
una sorta di congegno tecnlogico che registra le emozioni dalla
corteccia cerebrale e consente poi di "riviverle" in playback. Lonette (Angela Bassett) è una risoluta body guard, particolarmente legata a Lenny e sempre pronta a tirarlo fuori dai guai. Faith (Juliette
Lewis) è la ex di Lenny, una cantante rock sensuale e ribelle, dalle
amicizie poco ortodosse. Dopo il ritrovamento di una clip SQUID che
mostra un efferato ed eccellente omicidio, Lenny e Lonette si ritrovano
coinvolti in una spirale di sangue ed efferatezze sempre più
abominevole, e dovranno affrontare uno spietato serial killer, ma anche
complotti ed intrecci ben più grandi di loro che rischiano di scuotere
le fondamenta di un mondo basato sulla violenza e sul compromesso. Da un soggetto dell'ex marito James Cameron, Kathryn Bigelow, da molti definita una "donna che fa film da uomini",
dirige questo splendido ed inquietante affresco di fine millennio, in
bilico tra fantascienza distopica, noir classico, azione, thriller e
filone apocalittico. Tutte le paure e le nevrosi per l'avvento di Y2K
condensate in soli due giorni, il 30 ed il 31 dicembre 1999: tra
violenza urbana, potere oligarchico, delitti efferati e deliri
tecnologici indotti dalle nuove droghe: non più sostanze da assumere ma
orpelli hi-tech che trasferiscono le emozioni umane su supporti ottici.
Lo SQUID (Superconducting Quantum Interference Device) è un
dispositivo di dimensioni ridotte che si connette via cavo, tramite una
specie di calotta a forma di cuffia, direttamente alla corteccia
cerebrale e permette di registrare su un piccolo disco ottico le
emozioni e le sensazioni della persona collegata, generando una clip.
Questa clip può essere poi letta, in un qualunque momento, da un altro
dispositivo analogo per far rivivere le medesime emozioni e sensazioni
(tipicamente dolore, paura, morte, sesso) all'utente filo-collegato. La
vendita (illegale) di queste clip, in particolare delle più estreme e
scioccanti, costituisce il nuovo traffico di droga nella Los Angeles di
fine millennio immaginata da Cameron/Bigelow. Una disperata vendita
delle emozioni e dei frammenti di vita di altre persone, per immergersi
in realtà estreme, esperienze fortissime o semplicemente ricordi
personali, con un semplice click. "Strange Days" è uno dei migliori thriller d'azione degli anni
'90: adrenalinico, visionario, iper-eccitato, brutale, carico di
atmosfere malsane, decadenti, cupe, con una fotografia dai colori
elettrici ed i toni scuri e con le musiche che spingono al massimo
sull'acceleratore. La Bigelow dimostra un talento notevole nel "giocare"
con le immagini, ad esempio nei filmati in soggettiva SQUID, dove, alla
perizia tecnica si aggiunge anche la capacità di immergere
"fisicamente" lo spettatore in quello che sta vedendo, proprio come se
fossimo anche noi filo collegati. E proprio le soggettive SQUID sono tra
le cose più pregevoli del film, e vengono mostrate sempre con delle
leggere differenze stilistiche (a seconda della persona che ci offre il
punto di vista). Il film è anche un'estrosa rivisitazione in salsa
hi-tech avantpop del noir "hard boiled" di Hammet e
Chandler, per le atmosfere, per i personaggi e per l'ambiguità morale di
fondo che li contraddistingue. Nello specifico Lenny Nero è un moderno
Marlowe, Faith è la dark lady e tutti sembrano fondamentalmente
"cattivi". E' una pellicola avvincente e pessimista, che mette in scena
tutte le paure dei nostri tempi e che ha il suo punto debole nel finale,
tipicamente hollywoodiano, in evidente distonia con lo stile e lo
spirito dell'opera. Ma, tutto sommato, è un peccato veniale in un film
mainstream come questo che ci regala personaggi ambigui e
tridimensionali, atmosfere fosche e conturbanti e numerosi elementi di
attualissima critica sociale: il razzismo, l'intolleranza, la paura del
diverso, l' arrogante violenza del potere, la dipendenza dalla
tecnologia, la mancanza di valori. Anche l'evidente allusione agli
improvvisati guru del nuovo millennio, che predicano una filosofia
accattivante e superficiale basata sul nulla, è efficace e tagliente. Ma
la tematica più affascinante è quella dello SQUID, e non solo
dal punto di vista della resa visiva. Il meccanismo di rivivere
artificiosamente le altrui emozioni, anche quelle più estreme e private,
per una inconfessabile forma di vouyeristico piacere, è, in fondo, uno
degli stessi meccanismi alla base del cinema stesso. Il film potrebbe
dunque essere letto, con un'ardita ma suggestiva forzatura, come una
garbata ammissione di colpa, nonchè "critica" allo stesso mezzo
cinematografico ed alle sue illusioni. Il linguaggio cinematografico usato mescola sapientemente i generi e
utilizza un po' tutte le suggestioni e gli strumenti del moderno mondo
mediatico: dai videoclip alla dimensione fumettistica, dalla camera a
mano alla potenza visiva, che rimanda ad echi di "Blade Runner".
Immagino che lo abbiate visto tutti, dato che è un vero CULT dei 90's
(tra l'altro incredibilmente passato in sordina), altrimenti ve lo
consiglio senza mezzi termini.
La frase: "I ricordi sono fatti per svanire Lenny !"
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