lunedì 16 dicembre 2013

Strange Days (Strange Days, 1995) di Kathryn Bigelow

Los Angeles, ultimi due giorni del XX secolo: alla vigilia dell'anno 2000 la metropoli californiana è una città militarizzata e tormentata da lotte intestine e faide razziste. In un'atmosfera di odio e di violenza, con il caos che regna sovrano nelle strade, alcuni ambigui personaggi cercano di sopravvivere alla loro maniera: Lenny Nero (Ralph Fiennes) è un ex sbirro cinico e disilluso che vive spacciando la nuova droga di fine millennio, lo SQUID, una sorta di congegno tecnlogico che registra le emozioni dalla corteccia cerebrale e consente poi di "riviverle" in playback. Lonette (Angela Bassett) è una risoluta body guard, particolarmente legata a Lenny e sempre pronta a tirarlo fuori dai guai. Faith (Juliette Lewis) è la ex di Lenny, una cantante rock sensuale e ribelle, dalle amicizie poco ortodosse. Dopo il ritrovamento di una clip SQUID che mostra un efferato ed eccellente omicidio, Lenny e Lonette si ritrovano coinvolti in una spirale di sangue ed efferatezze sempre più abominevole, e dovranno affrontare uno spietato serial killer, ma anche complotti ed intrecci ben più grandi di loro che rischiano di scuotere le fondamenta di un mondo basato sulla violenza e sul compromesso. Da un soggetto dell'ex marito James Cameron, Kathryn Bigelow, da molti definita una "donna che fa film da uomini", dirige questo splendido ed inquietante affresco di fine millennio, in bilico tra fantascienza distopica, noir classico, azione, thriller e filone apocalittico. Tutte le paure e le nevrosi per l'avvento di Y2K condensate in soli due giorni, il 30 ed il 31 dicembre 1999: tra violenza urbana, potere oligarchico, delitti efferati e deliri tecnologici indotti dalle nuove droghe: non più sostanze da assumere ma orpelli hi-tech che trasferiscono le emozioni umane su supporti ottici. Lo SQUID (Superconducting Quantum Interference Device) è un dispositivo di dimensioni ridotte che si connette via cavo, tramite una specie di calotta a forma di cuffia, direttamente alla corteccia cerebrale e permette di registrare su un piccolo disco ottico le emozioni e le sensazioni della persona collegata, generando una clip. Questa clip può essere poi letta, in un qualunque momento, da un altro dispositivo analogo per far rivivere le medesime emozioni e sensazioni (tipicamente dolore, paura, morte, sesso) all'utente filo-collegato. La vendita (illegale) di queste clip, in particolare delle più estreme e scioccanti, costituisce il nuovo traffico di droga nella Los Angeles di fine millennio immaginata da Cameron/Bigelow. Una disperata vendita delle emozioni e dei frammenti di vita di altre persone, per immergersi in realtà estreme, esperienze fortissime o semplicemente ricordi personali, con un semplice click. "Strange Days" è uno dei migliori thriller d'azione degli anni '90: adrenalinico, visionario, iper-eccitato, brutale, carico di atmosfere malsane, decadenti, cupe, con una fotografia dai colori elettrici ed i toni scuri e con le musiche che spingono al massimo sull'acceleratore. La Bigelow dimostra un talento notevole nel "giocare" con le immagini, ad esempio nei filmati in soggettiva SQUID, dove, alla perizia tecnica si aggiunge anche la capacità di immergere "fisicamente" lo spettatore in quello che sta vedendo, proprio come se fossimo anche noi filo collegati. E proprio le soggettive SQUID sono tra le cose più pregevoli del film, e vengono mostrate sempre con delle leggere differenze stilistiche (a seconda della persona che ci offre il punto di vista). Il film è anche un'estrosa rivisitazione in salsa hi-tech avantpop del noir "hard boiled" di Hammet e Chandler, per le atmosfere, per i personaggi e per l'ambiguità morale di fondo che li contraddistingue. Nello specifico Lenny Nero è un moderno Marlowe, Faith è la dark lady e tutti sembrano fondamentalmente "cattivi". E' una pellicola avvincente e pessimista, che mette in scena tutte le paure dei nostri tempi e che ha il suo punto debole nel finale, tipicamente hollywoodiano, in evidente distonia con lo stile e lo spirito dell'opera. Ma, tutto sommato, è un peccato veniale in un film mainstream come questo che ci regala personaggi ambigui e tridimensionali, atmosfere fosche e conturbanti e numerosi elementi di attualissima critica sociale: il razzismo, l'intolleranza, la paura del diverso, l' arrogante violenza del potere, la dipendenza dalla tecnologia, la mancanza di valori. Anche l'evidente allusione agli improvvisati guru del nuovo millennio, che predicano una filosofia accattivante e superficiale basata sul nulla, è efficace e tagliente. Ma la tematica più affascinante è quella dello SQUID, e non solo dal punto di vista della resa visiva. Il meccanismo di rivivere artificiosamente le altrui emozioni, anche quelle più estreme e private, per una inconfessabile forma di vouyeristico piacere, è, in fondo, uno degli stessi meccanismi alla base del cinema stesso. Il film potrebbe dunque essere letto, con un'ardita ma suggestiva forzatura, come una garbata ammissione di colpa, nonchè "critica" allo stesso mezzo cinematografico ed alle sue illusioni. Il linguaggio cinematografico usato mescola sapientemente i generi e utilizza un po' tutte le suggestioni e gli strumenti del moderno mondo mediatico: dai videoclip alla dimensione fumettistica, dalla camera a mano alla potenza visiva, che rimanda ad echi di "Blade Runner". Immagino che lo abbiate visto tutti, dato che è un vero CULT dei 90's (tra l'altro incredibilmente passato in sordina), altrimenti ve lo consiglio senza mezzi termini.

La frase: "I ricordi sono fatti per svanire Lenny !"

Voto:
voto: 4/5

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