venerdì 3 settembre 2021

A casa tutti bene (2018) di Gabriele Muccino

In occasione delle nozze d'oro,  Pietro e Alba invitano, per festeggiare, l'intera famiglia nella loro accogliente villa su un'isola del sud Italia. Sono presenti i tre figli (Carlo, Sara e Paolo) con le rispettive famiglie e una schiera di zii e cugini a completare l'allegro quadretto. Ma le cose non sono così rosee come sembrano in apparenza: una inattesa mareggiata impedisce la regolare partenza dei traghetti e costringe gli ospiti ad un soggiorno forzato più lungo del previsto. La reunion si trasforma così in un ginepraio di nevrosi, tra antichi dissapori, vecchi rancori, invidie, gelosie, tradimenti e passioni proibite che esplodono, improvvise e incontrollabili, in una pittoresca famiglia allargata sull'orlo di una crisi di nervi. Commedia amara, e insieme melodramma isterico, scritto e diretto da Gabriele Muccino e "alla Muccino", ovvero con il consueto abuso di frustrazioni, strepiti, narcisismo, infedeltà, immaturità congenita, sentimentalismo nevrotico, contrasti emotivi, amori vagabondi, in un ideale filo narrativo che collega in qualche modo tutti i suoi film e tutti i suoi personaggi. E' un film corale e dolente, confuso e convulso, senza assoluzioni e totalmente privo di ironia (a parte l'antifrasi del titolo) e, proprio per questo, pesante e petulante. Perchè non aggiunge nulla (anzi un po' annoia) ai soliti temi mucciniani già sviscerati e declinati in tutte le salse nella sua filmografia, fino allo sfinimento. C'è però di nuovo (e di bello) la magnifica ambientazione isolana nello splendore di Ischia (che non viene mai esplicitamente nominata), i cui panorami maestosi e la cui selvaggia bellezza mozzano il fiato e giustificano la visione. Nel gigantesco cast ci sono tutti i fedelissimi del regista e anche qualche volto nuovo, tra cui ricordiamo Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Sabrina Impacciatore, Stefania Sandrelli, Carolina Crescentini, Tea Falco, Massimo Ghini, Claudia Gerini, Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi. Per i suoi ammiratori Muccino è fedele a sè stesso, per i detrattori è ripetitivo con arroganza (e anche particolarmente antipatico nelle sue affermazioni discutibili e saccenti). Di certo l'autore, almeno nelle sue pellicole realizzate in Italia, dimostra una sorta di cronico accanimento nei confronti dei personaggi, eterni "Peter Pan" irrisolti, pieni di sè, più autoindulgenti che autocritici. Gli anni passano, anche quelli "più belli" e, magari, sarebbe ora di cominciare a crescere.
 
Voto:
voto: 2,5/5

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