lunedì 6 settembre 2021

Callas Forever (2002) di Franco Zeffirelli

L'impresario Larry Kelly si trova a Parigi in concomitanza con la leggendaria cantante lirica Maria Callas, di cui un tempo fu amico e manager. La diva è ormai sul viale del tramonto, depressa, malata, dipendente dai farmaci e priva della voce che l'ha resa celebre in tutto il mondo. Per mezzo di un evento casuale, nella mente di Kelly balena un'idea coraggiosa per aiutare la grande artista e farla risorgere dalle sue ceneri: convincerla a cantare di nuovo in una serie di film, doppiata dalla sua grande voce di un tempo, presa dalle registrazioni di spettacoli dei decenni precedenti. Dopo mille indecisioni, litigi e insicurezze, la Callas accetta, contagiata dal sincero entusiasmo di Kelly, e il primo film ("Carmen") riscuote un successo straordinario. Ma ben presto la diva ripiomba in uno stato di psicosi depressiva ancora peggiore, perchè sente di avere imbrogliato il suo pubblico (e anche sè stessa). La generosa dedizione del suo amico impresario la convince a compiere un passo azzardato. Questo dramma pseudo-biografico di Franco Zeffirelli sugli ultimi mesi di vita di Maria Callas, è una miscela patinata di documento e romanzo, un racconto emotivo un po' troppo ampolloso sospeso tra fiction e realtà, con cui il regista intende omaggiare la "divina" cantante lirica, verso cui ha sempre provato venerazione, stima, rispetto e deferenza. Il progetto prende le mosse da eventi realmente accaduti: fu lo stesso Zeffirelli a contattare la Callas per spingerla a tornare sulle scene teatrali, con risultati altalenanti a causa del fisico e della voce del soprano già estremamente provati. In questo film, che procede tra l'accademico e il mitologico, con un finale di melenso sentimentalismo, il regista sceglie l'attore Jeremy Irons per interpretare il suo alter-ego (attraverso la figura immaginaria dell'impresario Larry Kelly) e Fanny Ardant per il difficile ruolo della Callas. L'interpretazione intensa, sottile e sfumata della Ardant è la cosa migliore di questa pellicola troppo didascalica, a tratti ingenua, evanescente nei dialoghi e nei personaggi di contorno, mai davvero toccante ma costantemente arrotolata su un manierato effettismo nostalgico. Un'opera pregna dei vezzi e dei difetti del suo autore, che puntualmente è stata usata come nuova argomentazione critica dalla folta schiera dei suoi detrattori e oppositori.

Voto:
voto: 2,5/5

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