Irene Ravelli è un'abile e cinica manager del settore immobiliare, capace di ampliare il patrimonio ereditato dal padre grazie ad un innato senso degli affari e alla mancanza di scrupoli. A causa di una speculazione edilizia su un antico palazzo romano che appartiene alla sua famiglia, Irene scopre che la stanza dove sua madre si era auto "reclusa" per anni in attesa della morte è rimasta intatta, come se il tempo non fosse mai passato. Entrando in quell'ambiente barocco e decadente, la donna percepisce la presenza spirituale della madre che le provoca un profondo conflitto interiore. L'incontro con la piccola Benny, una ladruncola generosa che la introduce al mondo sotterraneo degli esclusi e dei reietti che vivono ai margini della società, sarà la molla decisiva per il cortocircuito che scatterà nell'animo di Irene. Il quinto lungometraggio di Ferzan Ozpetek è un dramma intimistico esistenziale attraversato da misticismo laico e da una filosofia di carattere "francescano" al confine tra la follia delirante e l'altruismo estremo. Tra le molteplici citazioni presenti quella evidentissima e dominante è, ovviamente, Europa '51 (1952) di Roberto Rossellini, ma non vanno dimenticati anche Pasolini e Aldrich, in un gioco stilistico tanto stimolante quanto pericoloso, vista l'importanza etica dei temi trattati e l'altezza artistica dei riferimenti presi come esempio. Peccato che Ozpetek scelga un approccio troppo didascalico, enfatico, a tratti irritante per la superficialità di fondo, con un tripudio di retorica edificante nel finale effettistico. Ci si mantiene sul filo di un'eleganza ampollosa e di un moralismo facilone che potranno ammaliare solo il pubblico meno esigente, in cerca di emozioni intrise di perbenismo a buon mercato. Da segnalare, nel cast, la bella prova "in sottrazione" della slovacca Barbora Bobulova (in un ruolo ad alto rischio, in cui era molto facile scivolare nel patetico), l'ottima interpretazione dell'adolescente, figlia d'arte, Camille Dugay Comencini ed il ritorno sulle scene di Lisa Gastoni, dopo quasi 25 anni di assenza.
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