Don Maurizio, un prete americano profondamente turbato perchè sente di provare qualcosa per la bella Patrizia, viene convocato per praticare un esorcismo su Giuditta, una robusta parrucchiera posseduta dal demonio. Il rituale riesce e dal corpo della donna emerge un folletto dispettoso e burlone, che afferma di essere il figlio (piccolo) del diavolo e non intende affatto tornare all'Inferno, perchè il nostro mondo gli sembra troppo divertente e con mille cose da scoprire. Il prete parte subito alla sua caccia per cercare di frenare i guai che il "diavoletto" combina in giro, ma l'incontro fatale con Nina, una donna misteriosa conosciuta su un treno, fa provare al chiassoso spiritello l'ebrezza dell'amore. Commedia burlesca di Roberto Benigni (nella tripla veste di regista, attore e cosceneggiatore), tutta costruita su una continua serie di gag, equivoci e doppi sensi, in bilico tra il comico e il ridicolo. Benigni è un istrione di incontenibile buffoneria e, quando dirige sè stesso, va spesso fuori misura e finisce per tracimare oltre i limiti del buon gusto. E' un film surreale e stravagante, tutto al servizio del folletto toscano, che alterna qualche momento divertente a cadute di stile. Paradossalmente la presenza in "spalla" di un grande attore come Walter Matthau, a suo agio in commedie più sofisticate e misurate, finisce per diventare un limite anziché un valore aggiunto, perchè, se Benigni è il jolly, Matthau è la sua zavorra e l'alchimia tra i due non sempre funziona a dovere. Anzi, quando è in scena l'americano la pellicola appare goffamente "frenata" e sfilacciata. Affiora, di tanto in tanto, una strana sensazione di baraonda improvvisata e campata in aria, con qualche giro a vuoto, un abuso di nonsense e qualche eccesso verboso di troppo. Ma il pubblico apprezzò il film oltre ogni aspettativa, facendolo risultare il miglior incasso italiano della stagione 1988-89 e collocando Benigni come "gallina dalle uova d'oro" della commedia nostrana di quel periodo. Completano il cast la fedelissima Nicoletta Braschi e Stefania Sandrelli. Il popolare comico di Castiglion Fiorentino si aggiudicò il David di Donatello come miglior attore.
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