venerdì 28 luglio 2017

Capricorn One (Capricorn One, 1977) di Peter Hyams

Dopo la conquista della Luna, la NASA prepara un'ambiziosa missione su Marte. Ma qualcosa va storto e il progetto viene improvvisamente annullato per non compromettere la sicurezza degli uomini sulla navicella. Per evitare di perdere prestigio davanti alla nazione i vertici dell'ente spaziale decidono di tenere segreta la cosa e organizzare un clamoroso inganno mediatico. Gli astronauti vengono portati di nascosto in una base militare del Nevada dove sono costretti a simulare lo sbarco sul pianeta rosso in una specie di minuzioso set cinematografico perfettamente ricostruito in un ambiente chiuso. Dopo aver capito che alla fine della messa in scena la NASA intende eliminarli per poi simulare un incidente nel viaggio di ritorno, i tre cosmonauti tentano una disperata fuga nel deserto. Intanto uno sveglio giornalista ha fiutato qualcosa di anomalo e si è messo a indagare per conto suo. Avvincente thriller fantapolitico di Peter Hyams, figlio legittimo di un'epoca di deluso disincanto da parte di una grossa fetta del popolo americano (dopo lo scandalo Watergate e il fallimento della guerra in Vietnam), durante la quale le teorie complottistiche proliferarono. Il film è ispirato alla leggenda urbana del complotto dell'Apollo 11, secondo la quale lo sbarco americano sulla Luna non sarebbe mai avvenuto realmente ma sarebbe stato simulato in uno studio cinematografico realizzato ad hoc. Più che un'opera di fantascienza è un apologo paranoico sulla ragion di stato che incarna il disfattismo dei tanti disillusi che, nella seconda metà degli anni '70, vedevano cospirazioni governative dietro ogni evento di cronaca. E' anche un film sul potere mistificatore dell'immagine, in base al concetto che ciò che viene visto per televisione diventa automaticamente vero per le masse di fruitori, come in uno spot commerciale. Molto buono il cast con Elliott Gould, James Brolin, O.J. Simpson, Hal Holbrook, Karen Black e Telly Savalas. Ben dosato nella costruzione della suspense, soprattutto nella seconda parte dove diventa una classica pellicola di inseguimento, ha la pecca della poca credibilità e di un grossolano populismo sensazionalistico che ne mina le basi ideologiche. Come a dire che, se non tutto è vero, ciò non implica automaticamente che tutto sia falso. O, analogamente, il contrario di credulone non è nichilista. In medio stat virtus.

Voto:
voto: 3/5

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