venerdì 28 luglio 2017

Luna nera (Black Moon, 1975) di Louis Malle

In un imprecisato futuro il mondo è sconvolto da una sanguinosa guerra tra i due sessi che non fa sconti a nessuno. La giovane Lily, in fuga da tutto questo, cerca un angolo di pace in una grande casa nel bosco abitata da strani personaggi: una vecchia matta che parla con un topo, dei bimbi nudi, due gemelli muti, un gatto che suona il piano e un liocorno parlante che emette sentenze. Ma anche in questo strano ambiente le cose non vanno molto bene: scoppiano litigi frequenti, il cibo scarseggia e tutti si lamentano per la fame. Affascinante opera surrealista di Malle, sotto forma di fiaba onirico allucinata densa di simbolismi archetipi, di elementi allegorici, di suggestioni psicoanalitiche sulla guerra, sul difficile passaggio dall'adolescenza all'età adulta e sulla natura perversa dell'essere umano. Illogico come un sogno e ricco di genio inventivo, è una sorta di rilettura problematica e straniante di "Alice nel paese delle meraviglie" che intende essere, pur nella sua ermetica ambiguità, una parabola morale, un apologo politico, una riflessione esistenziale, un incubo sereno, una satira storica. E' un'opera spiazzante nella sua tortuosità, fieramente antinarrativa e forte di una dimensione fantastica che funge da specchio fatato che distorce chimericamente i meccanismi del mondo reale. Splendido nella sua creativa equivocità, ammaliante per il suo viaggio in un ipnotico assurdo che sa di sfida allo spettatore e sontuoso nell'impaginazione estetica (memorabile la fotografia del leggendario Sven Nykvist), fu il maggior flop commerciale di Malle e lasciò generalmente freddi i critici. E' un film per cinefili o per amanti dei percorsi artistici non convenzionali, una di quelle pellicole "prendere o lasciare" che può lasciarti dentro un senso di meraviglia o di irritazione. Ma la sua fascinazione magica è incontestabile e la sequenza tra Lily e il liocorno è pura meraviglia metaforica, un'immagine possente e poetica che sospende il filtro della ragione e parla direttamente al nostro inconscio. Da riscoprire e da rivalutare, ma per spettatori "preparati".

Voto:
voto: 4,5/5

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