martedì 25 luglio 2017

Il selvaggio (The Wild One, 1953) di Laslo Benedek

Il rude Johnny è il capo di una banda di teppisti in motocicletta, che vanno in giro per i paesi della California in cerca di ragazze o di attaccabrighe come loro con cui fare a botte. Giunti a Wrighsville, si mettono subito nei guai grazie all'approccio poco elegante che Johnny riserva alla bella Kathie, figlia dello sceriffo locale. L'arrivo di una banda rivale, guidata da Chino, peggiora le cose e ci scappa il morto. Johnny viene accusato ma in realtà è innocente e troverà un aiuto a sorpresa. Passato quasi inosservato alla sua uscita Il selvaggio è divenuto, nel tempo, un grande classico del cinema americano relativo al disagio giovanile, alla ribellione generazionale e alla violenza come risposta al senso di vuoto interiore. Ispirato ad un reale fatto di cronaca è un indubbio antesignano del genere biker movies che poi spopolerà negli anni '60 come simbolo di libertà e di contestazione. Ha fatto epoca per il look del suo massiccio protagonista, un Marlon Brando trentenne all'apice del suo fascino maledetto e della sua tetra sensualità, che è entrato nell'immaginario collettivo diventando rapidamente un'icona del sex appeal maschile. Altresì memorabile è la magnifica sequenza d'apertura, con lo squadrone di motociclisti capitanati da Johnny/Brando che avanza come un'onda minacciosa di antichi cavalieri, tra le più potenti e celebrate della lunga storia hollywoodiana. Tutto il resto del film vale decisamente meno, ma la sua importanza storica, il suo fascino proibito e il suo impatto sulla cultura popolare sono fuori discussione. L'immagine di Brando a bordo della sua "Triumph Thunderbird 6T" con giubbotto di pelle nera e cappello con visiera, è una delle più famose e rappresentative del cinema USA.

Voto:
voto: 3,5/5

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