Nel 1946 una commissione di parlamentari americani giunge a Berlino per controllare l'integrità morale dei soldati di stanza in città e la loro integrazione con i tedeschi sconfitti in guerra. La sola donna del gruppo è la severa Phoebe Frost, politicante repubblicana dell'Iowa. Durante la prima visita ispettiva la Frost resta scandalizzata dal fatto che i soldati americani hanno "fraternizzato" un po' troppo con le ragazze del posto e mette nel mirino un ufficiale che intrattiene una relazione con la bella Erika, una cantante che era in rapporti di amicizia con Hitler. Pungente commedia al vetriolo di Wilder che pone sulla graticola il puritanesimo americano alle prese con le più disinvolte femmine tedesche. Tra intrighi spionistici e sensualità ammiccante, l'autore prende in giro con intelligente perfidia il moralismo statunitense e stravolge i canoni del genere comedy con una straniante ambientazione tragica in una Berlino in rovina, invasa dalle macerie e ancora duramente provata dai bombardamenti alleati. Sottilmente divertente, intriso di umori caustici e di velate suggestioni erotiche, è un film mordace ed esuberante, che intrattiene con grande fascino visivo e sorprende con un posticcio lieto fine sardonico, il cui unico scopo è quello di evitare gli strali del tirannico codice Hays (l'insieme delle direttive a cui i film hollywoodiani dovevano attenersi per non incappare nei tagli di censura). Da non perdere le esecuzioni canore di Marlene Dietrich (in particolare quella di “Black Market”), in cui la leggendaria attrice sfoggia tutto il suo sex appeal. Completano il cast Jean Arthur, John Lund e Millard Mitchell. Il film ebbe due candidature agli Oscar: per la bella fotografia in bianco e nero e la sceneggiatura.
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