Il pistolero vagabondo detto "El topo" giunge in un villaggio del Messico insieme a suo figlio Miguel di sette anni e sconfigge il crudele "Colonnello" che ne ha sterminato gli abitanti. Dopo aver lasciato il figlio in una missione di frati, il nostro parte con una giovane ragazza ambiziosa che gli chiede di misurarsi con i "quattro maestri" della pistola in cambio del suo amore. "El topo" li batte tutti ma viene tradito dalla perfida donna che gli spara diversi colpi e lo abbandona su un ponte pericolante. Il pistolero viene salvato da una strana comunità di nani deformi che vivono in grotte all'interno di una montagna e lo accolgono come una specie di santone, considerandolo il loro protettore. Il secondo lungometraggio di Jodorowsky (che lo ha scritto, diretto e interpretato), generalmente definito come il "primo western surrealista", è un ambizioso, visionario ed ermetico affresco allegorico sul senso della vita, denso di simbolismi esoterici, riflessioni filosofiche, anarchia delirante, narcisismo autoreferenziale, scivoloni nel kitsch, elementi orripilanti, macabre provocazioni, atmosfere stranianti. L'autore cileno di origine russa, sospeso tra follia e genio, traduce visivamente i suoi incubi in modo ora potente ora discutibile, ma con indiscutibile perizia tecnica ed originalità artistica. Il film, che oscilla costantemente tra l'affascinante e il disturbante, è anche leggibile come grottesca rilettura satirica della Bibbia, ribollente di invenzioni grafiche, violenza, sesso, freaks, stravaganti simbologie cristiane e pillole di spiritualismo orientale. Eletto subito a cult assoluto dagli amanti del cinema weird, ha una lunga lista di ammiratori eccellenti come David Lynch, John Lennon, Peter Gabriel o Franco Battiato. Il regista ha spesso dichiarato di volerne realizzare un sequel e il progetto sembrava molto vicino alla realizzazione negli anni '90, ma poi, all'inizio del nuovo millennio, tutto si è arenato per mancanza di fondi. In lingua spagnola "El topo" significa "La talpa".
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