martedì 25 luglio 2017

Il caso Mattei (Il caso Mattei, 1972) di Francesco Rosi

L'ingegnere Enrico Mattei, messo a capo dell'Agip con il non facile obiettivo di liquidarlo in tempi brevi, ha la felice intuizione di mantenerlo in vita, a causa della possibilità di reperire importanti risorse energetiche in Val Padana. Dopo il ritrovamento di grossi giacimenti di gas metano, Mattei riesce a rivitalizzare l'intero settore dell'industria energetica italiana, muovendo i primi passi per il suo grande progetto industriale: la creazione di un unico centro di potere statale che si occupi della gestione dell'energia in Italia e che abbia la forza economica e gli strumenti politici per competere con le grandi corporazioni internazionali e con i produttori di petrolio, rinegoziando i ruoli ed i costi sostenuti. La sua rivoluzionaria visione, sostenuta da una grande capacità imprenditoriale, da una tenace dedizione e dalla sua famosa instancabilità lavorativa, fece paura a chi stava dietro quei grandi interessi finanziari che sarebbero stati inevitabilmente colpiti, come le così dette "sette sorelle" del petrolio. Quando Mattei morì in un misterioso incidente aereo (il suo bireattore cadde a Bascapè, non lontano da Milano, in circostanze poco chiare) l'ipotesi dell'attentato, poi confermata dalle lunghe indagini successive, fu la prima a balenare. Resta ancora oggi irrisolta la questione sull'identità di chi decretò la morte di questa figura scomoda, eccellente e lungimirante della storia italiana. Stupefacente thriller politico, diretto da Rosi con ritmo teso e tagliente lucidità analitica, capace di donare nuova linfa al cinema d'inchiesta attraverso una affascinante struttura narrativa a puzzle ed un sapiente impasto tra documentario, fiction, reportage di cronaca e film giallo. Con un approccio autoriale e carico di personalità artistica, l'autore realizza uno dei suoi film più riusciti e famosi, anche grazie alla rigorosa ricostruzione ambientale, alla minuziosa esposizione dei fatti (con ipotesi diverse sull'attentato provenienti da fonti diverse) e alla grande interpretazione del protagonista Gian Maria Volonté, che mette la sordina al suo istrionismo e lavora per sottrazione regalandoci un Mattei energico, spigoloso, determinato e credibilissimo. L'agiografia del celebre ingegnere viene in buona parte evitata grazie all'abilità del regista di soffermarsi spesso anche sui difetti e sulle asperità di un carattere non facile, che ha contribuito a creargli tanti nemici. Ovviamente la biografia mette sistematicamente al centro della scena l'indubbio talento tecnico del protagonista ed il genio visionario capace di guardare molto lontano, aprendo prospettive economiche impensabili per il nostro paese. La scottante questione dell'incidente doloso che provocò la morte di Mattei è affrontata con impeccabile obiettività, ponendo sul tavolo le molte domande, i tanti sospetti, i troppi elementi privi di spiegazione logica e le ipotesi razionalmente sostenibili, lasciando poi allo spettatore il compito di farsi una sua idea personale. Premiato con la Palma d'Oro al Festival di Cannes, ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Petri (ancora con il mattatore Volonté protagonista), questa magistrale opera d'inchiesta civile fa anche da specchio nascosto alle corruzioni, alle connivenze ed ai malcostumi di una gran parte della classe politica italiana di quegli anni. In una parola: inquietante.

Voto:
voto: 4/5

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