martedì 25 luglio 2017

La ronde (La ronde, 1950) di Max Ophüls

Storia circolare di dieci coppie nella Vienna di inizio '900. Una prostituta che si concede a un soldato, che poi seduce una soubrette, la quale si fa corteggiare da un giovane rampollo di buona famiglia, che a sua volta ha una tresca con una donna sposata. Il marito della donna ha un'avventura con una giovane sarta che è la musa ispiratrice di un appassionato scrittore che poi si innamora di un'attrice. Ma questa cade tra le braccia di un conte che alla fine finisce a letto con la prostituta iniziale. In una lunga notte ardente di incontri fugaci, sulle note di un valzer e di un carillon, il regista mette in scena un raffinato "girotondo" amoroso di storie che non avranno un domani, sullo sfondo austero di una Vienna del tempo che fu. Tratto dalla commedia "Girotondo" di Arthur Schnitzler del 1897, questo film elegantissimo dal perfetto meccanismo geometrico è il capolavoro assoluto del regista, un memorabile affresco onirico sospeso tra la meraviglia e l'inganno, in cui la forma stilistica, così geniale e pregnante, diventa essa stessa l'oggetto narrativo, mettendo in sordina i personaggi e il concetto canonico di racconto. Sfuggente come un battito di ciglia e leggera come una piuma al vento, è un'opera di grande fascino espressivo e di solida densità simbolica, che rappresenta con lucido estro allegorico la caducità dell'amore, il vuoto interiore che diventa il motore per la ricerca del piacere e la triste afflizione dell'esistenza umana in bilico tra spirito e carne. E' anche una sottile riflessione, leggibile a più livelli, sulla morte, sulla tirannia del tempo, sulle coincidenze che determinano la giostra della vita, sul valore dell'assenza, sull'utopia della fedeltà coniugale e sull'ipocrisia dei moralisti che negano le irrefrenabili pulsioni sessuali, forza trainante di quell'insensato carosello che è la vita umana. E' un'opera straordinaria, emblematica e dalle molte bellezze, con suggestioni che hanno fatto epoca ed un cast in stato di grazia, tra cui ricordiamo Simone Signoret, Simone Simon, Danielle Darrieux, Serge Reggiani, Anton Walbrook e Daniel Gélin. Celeberrimi i lunghi piani sequenza resi "invisibili" dalla maestria del regista. Alla sua uscita fece scandalo per l'audacia di alcuni episodi e dovette subire gli inevitabili strali della censura. In Italia fu anche distribuito con il titolo aggiuntivo Il piacere e l'amore. La Vienna solenne e silenziosa, maestosa e impassibile, ma al tempo stesso minacciosa per il bieco conformismo che la caratterizzava, è una sorta di "personaggio" aggiuntivo, esterno al "girotondo". Nel 1989 ne è stata realizzata una preziosa versione restaurata di 110 minuti che ogni cinefilo dovrebbe gelosamente custodire nella sua videoteca di eccellenza. Nel 1964 Roger Vadim ne ha girato uno squallido remake di produzione franco-italiana con Jane Fonda e Anna Karina.

Voto:
voto: 5/5

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