martedì 25 luglio 2017

Ore disperate (The Desperate Hours, 1955) di William Wyler

Tre banditi, guidati dal pericoloso Griffith, evadono dal penitenziario, rubano un'auto e irrompono nella casa di un'onesta famiglia, gli Hilliard, prendendoli in ostaggio, nell'attesa che una loro amica gli procuri il denaro per la fuga. A mano a mano che il tempo passa e i soldi non arrivano la situazione all'interno dell'abitazione si fa sempre più tesa e il rischio che la situazione sfugga di mano aumenta. Vibrante noir ad alta tensione, sapiente nella costruzione della suspense e claustrofobico per la ristrettezza dell'ambientazione, che mantiene lo spettatore incollato alla sedia fino all'ultimo fotogramma. Qualche eccesso di prolissità e qualche passaggio a vuoto non inficiano la brillantezza del risultato finale. Nel cast il più bravo di tutti è un sorprendente Fredric March, mentre Humphrey Bogart (al suo penultimo film), nell'insolito ruolo del villain, appare già provato dalla terribile malattia che lo porterà alla morte. La regia accorta di Wyler riesce a tenere saldamente uniti i vari elementi del puzzle, nella simbolica lotta tra il bene e il male. Michael Cimino ne ha fatto un remake nel 1990 con Mickey Rourke nel ruolo di Bogart. Il film è tratto da un romanzo di Joseph Hayes del 1954, che lo ha poi adattato anche per il teatro con Paul Newman nel ruolo del cattivo protagonista.

Voto:
voto: 3,5/5

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