Edward e Connie Sumner sono una bella coppia di mezza età che conducono una invidiabile vita benestante con una bella villa in una tranquilla zona residenziale fuori New York ed un figlio di otto anni. Ma un giorno tutto cambia improvvisamente dopo il fatale incontro fortuito tra Connie, la cui prorompente carica sensuale è stata appannata dalla routine matrimoniale, ed un fascinoso giovane libraio di Soho, Paul Martel. Tra i due scatta una passione irresistibile che travolge la donna, trascinandola in una bollente relazione sessuale che ben presto diventa ossessione. Combattuta tra i sensi di colpa e il desiderio carnale per il focoso amante, Connie cerca disperatamente di sottrarsi dall'attrazione che la pervade, ma finisce sempre per ricadere tra le braccia di Paul. Ma intanto suo marito Edward ha capito tutto e la tragedia scoppia incontrollabile. Melodramma erotico con sfumature noir di Adrian Lyne, che decide di rifare all'americana un classico di Chabrol: Stéphane, una moglie infedele (1969). Il risultato è un film accattivante per le sue atmosfere torbide ma banalmente didascalico, narrativamente incerto, in bilico costante tra moralismo e trasgressione. Oleografico e ruffiano, lezioso nella forma e stereotipato nella seconda parte in cui si tinge di giallo, è un remake scialbo ed innocuo, in cui l'unico punto fermo è la notevole interpretazione di una Diane Lane bellissima e tormentata, a cui la maturità ha regalato una nuova carica erotica che esplode dallo schermo e non può lasciare indifferenti. La componente maschile del cast è costituita da un Richard Gere imbambolato (nell'insolito ruolo di marito tradito dopo i tanti ruoli da macho rubacuori) e da un Olivier Martinez avvenente e "maledetto", ma ancora acerbo per il cinema hollywoodiano. Meritata la nomination all'Oscar come miglior attrice protagonista per Diane Lane che però, nonostante i favori del pronostico, si vide soffiare l'ambita statuetta da Nicole Kidman per la sua interpretazione in The Hours.
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