mercoledì 26 luglio 2017

Qualcuno verrà (Some Came Running, 1958) di Vincente Minnelli

David Hirsh, scrittore ribelle appena congedato dalle armi, torna nella piccola città di provincia dove è nato e si scontra ben presto con il conformismo della gente del posto. Il nostro si innamora dell'insegnante di letteratura Gwen French, che è attratta dalla sua attività di scrittore ma non ne apprezza lo stile di vita. La risoluta Gwen ne respinge imperterrita la corte serrata ma si offre di aiutarlo a riprendere il suo lavoro di romanziere, abbandonato per i troppi eccessi. Deluso dalla donna, David ripiega sulla bella Ginnie, una prostituta di Chicago dal cuore tenero che ha sempre avuto un debole per lui. Nonostante il rapporto con Ginnie, David continua a pensare a Gwen che, intanto, ne ha risollevato la carriera trovandogli un editore interessato ai suoi ultimi lavori. Ma nessuno immagina che la tragedia è dietro l'angolo. Tratto dal romanzo omonimo di James Jones, questo melodramma disincantato (il migliore tra quelli girati da Minnelli) è un film calibrato nell'analisi dei personaggi, affascinante nella messa in scena, ben scritto e ben recitato da un cast di stelle in cui, tra Frank Sinatra, Dean Martin, Martha Hyer e Arthur Kennedy, svetta nettamente una Shirley MacLaine tenera e fragile, che tratteggia una figura femminile densa di sfumature e di contraddizioni. Nel suo ritratto desolante e pessimista della provincia americana, non mancano graffi velenosi al suo moralismo ipocrita che praticamente affligge tutti i personaggi, persino l'anticonformista David che sceglie di sposarsi solo per combattere la solitudine. Paradossalmente (e coraggiosamente) l'unica figura realmente "pura" nella sua sofferta sincerità è la prostituta Ginnie di Shirley MacLaine. Onore al merito al regista per l'audacia ideologica. Memorabile la scena finale della festa, raffigurata come uno straniante balletto onirico che vira nel visionario.

Voto:
voto: 4/5

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