lunedì 17 luglio 2017

La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler (Der Untergang, 2004) di Oliver Hirschbiegel

Gli ultimi 12 giorni del regime nazista e del suo leader indiscusso, dal 20 aprile 1945 (giorno in cui Adolf Hitler compie 56 anni) al 2 maggio 1945 (giorno della resa incondizionata della Germania). Rinchiuso nel bunker della Cancelleria a Berlino insieme a fedelissimi e familiari, con i russi ormai alle porte e la nazione allo sbando, il dittatore fa di tutto per non cedere, ma, di fronte al suicidio o al tradimento dei suoi uomini chiave, decide di darsi la morte tramite avvelenamento da cianuro il 30 aprile, insieme alla sua donna Eva Braun, con cui si era appena unito in matrimonio. Discusso biopic sugli ultimi giorni del più famoso, spietato e temuto tiranno della storia: Adolf Hitler. Intriso da ambiziose pretese di realismo intende tracciare un racconto in soggettiva dal di dentro (la vicenda è narrata dal punto di vista di Junge, segretaria personale del Führer, che sopravvisse agli orrori del bunker) di quei giorni tragici che cambiarono per sempre la storia del mondo e che, ancora oggi, sono frutto di polemiche, sospetti e pregiudizi. Basti pensare all’enfasi che ha avuto il film alla sua uscita in Germania e ai molti, tra critici, intellettuali, politici o addetti ai lavori, che hanno assunte posizione estreme, e spesso spropositate, rispetto ad esso. In un’opera di fosca tetraggine sospesa tra tragedia e farsa (a causa dell’interpretazione un po’ troppo macchiettistica di Bruno Ganz nel suo tentativo di umanizzare Hitler), non è facile districarsi tra la storia e il romanzo, tra il documento e la spettacolarizzazione cinematografica degli eventi. Più che il Führer la vera protagonista è la morte, che incombe sulla pellicola fin dal primo fotogramma e che trova il suo momento di massimo tripudio nell’atroce e indimenticabile sequenza in cui Magda Göbbels, prima di uccidersi insieme al suo potente marito, avvelena a uno a uno i suoi sei figli mentre dormono. Più squilibrato che riuscito, questo film mortifero che cerca di rimodellare il volto del diavolo e del male assoluto che Hitler ha sempre rappresentato nell’immaginario collettivo, procede tra luci e ombre e vale principalmente come parziale ripasso storico, ovviamente non privo di licenze, a partire dal deludente finale politicamente corretto.

Voto:
voto: 3/5

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