venerdì 21 luglio 2017

La marchesa von... (La marquise d'O...., 1976) di Eric Rohmer

Nel 1799 i cosacchi russi assaltano una cittadina dell'Italia cisalpina e conquistano il castello del marchese Von O. Sua figlia Giulietta, già vedova e madre, viene aggredita da alcuni brutali soldati che tentano di violentarla. Un colonnello russo, il conte di F., interviene per salvare la donna dal branco di depravati e li allontana con la forza del suo grado, ma poi, dopo averne ammirato la notevole bellezza, si approfitta di lei svenuta. Dopo alcuni mesi il conte si presenta di nuovo al castello per chiedere la mano della donna che lo rifiuta anche se non sembra indifferente al suo fascino. Quando Giulietta scopre di essere incinta lo scandalo scoppia nella sua famiglia e i genitori la scacciano da casa, mentre lei è disperata, non capendo come il fattaccio possa essere avvenuto. La donna, pur di svelare l'arcano, dichiara pubblicamente che sposerà il responsabile della gravidanza se questi avrà il coraggio di presentarsi. Con sua grande sorpresa la nostra vede riapparire il serafico conte. Splendida commedia drammatica di Rohmer, fedelissimo adattamento di una novella di Heinrich von Kleist del 1808. Costantemente in  equilibrio sul filo di una sottile ironia sarcastica, è un film dalle molte bellezze: dalla sontuosa ricostruzione ambientale dell'età neoclassica (perfetta nelle scenografie, negli addobbi e nelle atmosfere) alla magistrale direzione degli attori, dalla magnifica fotografia realistica del grande Nestor Almendros, "a luce naturale" o "a lume di candela" (alla stregua del Kubrick di Barry Lyndon), allo stile registico di asettico rigore che rende l'analisi di costume e le citazioni iconografiche di lucidissimo spessore. La solida messa in scena teatrale, le suggestioni ambigue, l'erotismo garbato, i personaggi ricchi di sfumature, la ricchezza espressiva, la perfida presa in giro del razionalismo illuministico, l'elegia dei capricci del cuore, il clima divertito e le riflessioni su temi scomodi affrontate con beffardo dileggio, ne fanno il capolavoro del regista e uno dei film a sfondo storico più importanti degli anni '70. Premiato a Cannes con il premio speciale della giuria è un colto divertissement capace di giocare, con pungente leggerezza, persino sul concetto di colpevole o innocente. Nel cast svettano i due magnifici protagonisti Edith Clever e Bruno Ganz.

Voto:
voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento