venerdì 21 luglio 2017

Stéphane, una moglie infedele (La Femme infidèle, 1969) di Claude Chabrol

Stephane (Hélène nell'originale) è sposata con Charles, hanno un figlio piccolo e sono una famiglia benestante e apparentemente felice. Ma la donna ha un amante segreto, Victor, con cui è coinvolta in una passionale relazione erotica. Quando Charles scopre la tresca uccide Victor e ne nasconde il corpo. Tempo dopo la polizia scopre il delitto e inizia a indagare, interrogando tutti i conoscenti della vittima, tra cui anche Stephane. Quando la donna trova una foto di Victor tra le cose del marito capisce cosa è accaduto. Melodramma aspro, duro e glaciale, che fonde perfettamente un lucido realismo ad una sottile dimensione allegorica critica contro il conformismo borghese, con amara presa d'atto di come l'istituzione matrimoniale si regga spesso su falsità, ipocrisie e compromessi. E' uno dei migliori film del regista che segue alla lettera la "lezione" hitchcockiana in base a cui la complessità del cinema non sta tanto in ciò che si racconta ma nel modo in cui lo si fa. Il finale ambiguo, reso splendidamente da Chabrol attraverso l'uso del così detto "Vertigo shot" (zoom in avanti con carrellata all'indietro) sul primo piano di Stephane, rende l'idea di come la donna, apparentemente impassibile, sia solidale al marito, considerando il delitto come un grande atto d'amore. Opera paradigmatica nell'itinerario dell'autore, sa mescolare abilmente la calma apparente dei personaggi e delle situazioni con atmosfere torbide che lasciano presagire segreti nascosti e drammi incombenti. Buone le interpretazioni di Stéphane Audran, Michel Bouquet e Maurice Ronet. Ha avuto uno scialbo remake americano, Unfaithful, nel 2002.

Voto:
voto: 4/5

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