lunedì 31 luglio 2017

Le colline hanno gli occhi (The Hills Have Eyes, 1977) di Wes Craven

La famiglia Carter, composta dai genitori Bob ed Ethel, tre figli, il marito della figlia maggiore e la loro piccola neonata di 6 mesi, viaggiano in camper attraverso le aree desertiche dell'ovest americano diretti verso la California. Il capofamiglia Bob, arrogante poliziotto in pensione, decide di fare un fuori percorso per visitare una miniera d'argento abbandonata e si inoltra in un remoto territorio collinare, nonostante il benzinaio a cui ha chiesto informazioni glielo abbia apertamente sconsigliato. Infatti la zona è infestata da una tribù di uomini selvaggi e deformi dall'aspetto orribile, che catturano gli sprovveduti visitatori occasionali per ucciderli e poi cibarsene. Il camper finisce fuori strada e non è in grado di ripartire, Bob cerca di raggiungere a piedi la stazione di servizio per chiedere aiuto, mentre suo genero si reca in esplorazione nella direzione opposta. Intanto scende la notte e, dalle colline circostanti, i "mostri" osservano famelici il camper con il suo carico umano. Il secondo horror di Wes Craven è uno slasher all'aperto, travestito da survival movie, sanguinoso e claustrofobico. Una spietata caccia all'uomo ai confini della civiltà, un truce ritorno a una barbara preistoria, una carneficina in nome dell'ancestrale "mors tua vita mea" in cui il vero protagonista è il deserto. Ancora acerbo e grezzo nella messa in scena "sporca", il regista riconferma la mano pesante e la macabra violenza da bieca exploitation del suo famigerato esordio ma, stavolta, qualcosa da salvare c'è. In particolare nella prima parte di attesa, prima che il vero e proprio massacro abbia inizio, in cui la costruzione della suspense e il senso di inquietudine per una sinistra minaccia incombente vengono gestiti con un robusto crescendo di tensione, salvo poi affogare in un mare di sangue. Le sequenze notturne in cui i cannibali spiano le ignare vittime sacrificali dalle colline sono notevoli e dimostrano la buona attitudine del regista con la materia. Adorato da molti fans, è uno degli horror più noti degli anni '70, che ebbe un buon successo nell'ambito dei patiti del genere, dando vita ad un sequel ufficiale nel 1985 (sempre diretto da Craven) e ad un remake (assai più efferato) nel 2006 diretto da Alexandre Aja, che poi ha avuto a sua volta un seguito l'anno successivo. Del cast viene soprattutto ricordato il caratterista Michael Berryman, celebre per la sua testa glabra e allungata a causa di una displasia genetica, nel ruolo del feroce Pluto. Indubbiamente debitore, per l'idea di base, del più solido e viscerale The Texas Chainsaw Massacre di Tobe Hooper, Le colline hanno gli occhi è un film asprigno e brutale che solitamente piace ai nostalgici dello splatter vintage, ma la paura, il patos e le sottili suggestioni che ti turbano nel profondo sono ben altra cosa.

Voto:
voto: 2/5

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