sabato 29 luglio 2017

L'amico americano (Der amerikanische Freund, 1977) di Wim Wenders

Jonathan Zimmermann, restauratore tedesco di Amburgo, è gravemente malato di leucemia e gli restano pochi mesi di vita. Il losco americano Tom Ripley lo segnala al gangster francese Duplat come possibile killer per un omicidio su commissione. Zimmermann accetta in cambio di un lauto compenso con il quale spera di migliorare l'esistenza futura della sua famiglia dopo la sua morte. Ma il delitto mette in moto un meccanismo di violenza e di ritorsioni da cui il restauratore non riesce a tirarsi fuori, correndo un grave pericolo. Ripley, che gli è diventato amico, cerca di aiutarlo a trovare una via d'uscita, ma non sarà facile. Dal romanzo "Ripley's Game" (1974) di Patricia Highsmith, Wenders ha tratto un cupo thriller esistenzialista che guarda alla scuola dei grandi polizieschi americani ma con una sensibilità tutta europea nel disegno tormentato dei personaggi, nella malinconia di fondo e nel sottile umorismo nero sul non senso della vita. Più che l'azione contano i demoni interiori, i rapporti umani, l'analisi intimista, l'ambiguità tematica, le scelte morali e le ripercussioni psicologiche di tali scelte. Immerso in un'atmosfera allucinata, il film è anche una pacata riflessione (non priva di lucida astrazione) sul destino dell'uomo, sull'amicizia virile e su come il male possa entrare, inaspettatamente, nelle nostre vite. La Highsmith dichiarò di non aver gradito la pellicola, specialmente per la caratterizzazione del suo villain Tom Ripley che Wenders ha dipinto come un alcolizzato capace anche di gesti pietosi e quindi meno diabolico rispetto all'originale. In ogni caso il film resta il miglior adattamento cinematografico di un suo romanzo. Liliana Cavani ne ha tratto una sua personale e deludente versione nel 2002, Il gioco di Ripley con John Malkovich protagonista. Nel cast segnaliamo i due ottimi attori principali, Bruno Ganz e Dennis Hopper, e il cameo di alcuni registi associabili al genere gangster come Samuel Fuller, Nicholas Ray e Jean Eustache.

Voto:
voto: 4/5

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