sabato 22 maggio 2021

Hostel (2005) di Eli Roth

Due giovani americani e un islandese viaggiano attraverso l'Europa in cerca di sballo e sesso facile. Finiscono in un ostello a Bratislava, da molti dipinta come meta ideale per i loro scopi. L'incontro con due ragazze procaci e disponibili sembra il coronamento dei loro sogni proibiti, ma si rivelerà invece l'inizio di un terribile incubo. Le sexy adescatrici lavorano per un segretissimo club gestito da criminali depravati, che catturano giovani turisti e li vendono come carne da macello ai loro particolarissimi clienti: ricchi sadici viziosi che pagano ingenti somme per poter torturare e uccidere liberamente, e a loro piacimento, il malcapitato di turno. Ignobile horror splatter di Eli Roth, che ha sfruttato il nome del suo amico Tarantino (che appare nei crediti come produttore esecutivo) per sponsorizzare questo filmaccio truculento di sanguinoso effettismo e di greve confezione. Zero paura, zero ironia, zero stile, personaggi insulsi e dialoghi risibili. Si procede per accumulo insensato, e dopo un po' noioso, di sequenze scioccanti, bassa macelleria, morbosa pornografia della violenza. Alla sua uscita ha fatto parlare di sè per i contenuti scioccanti e, inevitabilmente, ha trovato il suo seguito presso i fans del gore, riuscendo persino a realizzare un buon incasso. Ha fatto arrabbiare parecchio gli slovacchi per l'immagine crudele, arretrata, sottosviluppata, amorale e primitiva data del loro paese. Ma Roth, regista becero e spudorato, non si è arreso e ne ha girato addirittura un seguito ancora più infimo, Hostel: Part II (2007) con pari ambientazione e la medesima solfa efferata. Visti gli incassi calanti, per adesso ci siamo fermati al terzo: Hostel: Part III (2011) diretto da Scott Spiegel e uscito direttamente in home video. C'è da sperare che sia finita qui, ma forse è meglio dirlo a bassa voce.
 
Voto:
voto: 1,5/5

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