Nel 1857 il giovane George Armstrong Custer s'iscrive al corso da ufficiale all'accademia di West Point, mettendo subito in mostra il suo carattere difficile, ma anche le sue qualità militari, il suo innato coraggio e la sua smisurata ambizione. Un uomo nato per combattere. Sposa la bella scrittrice Elizabeth Bacon, parte per la guerra di secessione e, per un errore burocratico, viene promosso generale anzi tempo. Si fa onore al fronte, vince tutte le sue battaglie e torna vittorioso da eroe nazionale. Per i suoi modi irruenti e il suo alcolismo entra in conflitto con i superiori, viene coinvolto in molti scandali e viene privato del comando del Settimo cavalleggeri. Ma, grazie all'intercessione del presidente Grant, lo riottiene e parte per i territori indiani, per fronteggiare l'offensiva dei nativi Lakota-Cheyenne nella regione dei Monti Neri. Nella battaglia di Little Bighorn, Custer e i suoi uomini saranno sterminati dai pellerossa di Toro Seduto e Cavallo Pazzo, enormemente superiori per numero, ma combatteranno valorosamente da eroi fino all'ultimo uomo. Biografia (molto romanzata) di Raoul Walsh sulla vita di una leggenda americana, il generale Custer, una figura controversa ma che ha sempre colpito l'immaginario popolare per il suo indomito coraggio e sprezzo del pericolo. Nonostante le diverse inesattezze storiche, le semplificazioni agiografiche e l'enfasi retorica che pervade l'intero racconto, questo film di Walsh è uno dei più riusciti western americani del periodo classico, uno spettacolo travolgente per furore visivo, ritmo forsennato, spettacolarità delle scene di battaglia, respiro epico, carisma dei personaggi e, non da ultimo, la spinta impetuosa della magnifica colonna sonora di Max Steiner. Per usare il concetto espresso da John Ford attraverso il personaggio interpretato da James Stewart in L'uomo che uccise Liberty Valance (1962): tra la storia e la leggenda, vince la leggenda. Ed è esattamente la scelta stilistica fatta da Raoul Walsh in questo film, raccontare Custer attraverso la malinconica fascinazione del mito. Memorabile Errol Flynn nei panni (per lui calzanti a pennello) dell'eroe scomodo di Little Bighorn, molti meriti di questa pellicola derivano anche dalla sua perfetta caratterizzazione, che fece nuovamente breccia nel cuore del pubblico, sancendo il successo commerciale dell'opera e consolidando la sua fama di divo del genere avventuroso. Le sequenze delle cariche di cavalleria con Custer/Flynn alla guida del Settimo fanno parte, di diritto, dell'iconografia del western americano. Da segnalare anche la notevole interpretazione di Anthony Quinn come Cavallo Pazzo e l'ultima collaborazione della storica coppia Errol Flynn-Olivia de Havilland dopo otto film insieme. Flynn ha sempre dichiarato apertamente che Raoul Walsh fosse il suo regista preferito, quello che più di ogni altro sapeva metterlo a suo agio e fargli dare il meglio sul set. E questo film ne è una esplicita conferma.
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