giovedì 20 maggio 2021

Il segreto dei suoi occhi (El secreto de sus ojos, 2009) di Juan José Campanella

Buenos Aires, 1999. Benjamín Espósito è un agente del tribunale in pensione che vuole dedicarsi alla scrittura di un romanzo. Per farlo si affida ai ricordi di un vecchio caso di cronaca nera del 1974 che non ha mai dimenticato e che gli ha lasciato dentro amarezza, delusioni e conflitti mai sopiti. Nell'estate del '74, durante il regime dittatoriale di Isabel Perón, Benjamín indagò sul feroce omicidio di una giovane donna, stuprata e uccisa brutalmente nella sua casa. Nel ripensare a quei difficili giorni, che costrinsero Benjamín a fuggire dell'Argentina per un lungo esilio volontario, riaffiora anche il ricordo del suo grande amore nei confronti di Irene, segretaria del Pubblico Ministero. Un sentimento forte ma sempre tenuto nell'ombra e, quindi, mai vissuto. Malinconico melodramma nero di Juan José Campanella, tratto da un romanzo di Eduardo Sacheri che ha anche scritto la sceneggiatura insieme al regista. E' un cupo racconto di fantasmi della memoria, vite sprecate, amori perduti o mancati, visivamente affascinante nel suo stile sommesso, all'insegna di un dolente intimismo. E' un film che travalica i generi, abbracciandone molti: dal giallo investigativo al thriller legale, dal dramma sentimentale al noir d'ambiente, senza dimenticare l'aspetto politico e la denuncia sociale. Ma il motivo dominante è quello di Eros e Thanatos, declinato in forma personale e collettiva, dall'animo del protagonista a quello di un paese che ha perduto il suo treno con la storia durante gli anni bui del regime militare. Si avvale di una confezione estetica raffinata e di un cast efficace, in cui spiccano i protagonisti Ricardo Darín e Soledad Villamil. Nel 2015 il regista Billy Ray ne ha tratto un fiacco remake americano con Nicole Kidman, Julia Roberts e Chiwetel Ejiofor. La pellicola è stata premiata (un po' troppo generosamente) con l'Oscar al miglior film straniero, sconfiggendo concorrenti ben più validi e meritevoli come Il nastro bianco di Haneke, Il profeta di Audiard e aggiungerei anche il nostro Gomorra di Garrone, che però fu inopinatamente estromesso dalla cinquina finale.
 
Voto:
voto: 4/5

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