giovedì 20 maggio 2021

Young Adult (2011) di Jason Reitman

Mavis Gray, ex reginetta di bellezza di una piccola cittadina di provincia, è una donna di mezza età ancora affascinante ma piena di problemi personali di cui è inconsapevole: alcolizzata, immatura, anaffettiva, antipatica, invidiosa, maligna e profondamente sola. Mavis, che sembra affetta da una delirante sindrome di Peter Pan, vive in un mondo egocentrico tutto suo, che probabilmente si è creato come corazza per difendersi dalla disperazione. Lavora come ghostwriter al servizio di una collana di romanzetti per teenager e, in occasione del ritorno (per tutti sgradito) nella sua città di origine, decide di riconquistare Buddy Slade, il suo ex fidanzato di liceo che adesso è sposato e con un figlio neonato. Intreccerà una strana alleanza con Matt Freehauf, un suo vecchio compagno di scuola, nerd grassottello e invalido, che ai tempi aveva sempre snobbato, non ritenendolo alla sua altezza. Feroce commedia nera di Jason Reitman, scritta dalla penna tagliente della blogger Diablo Cody, sgradevole fino ai limiti del grottesco come la sua protagonista (interpretata con magnetica efficacia da una splendida Charlize Theron), ma illuminata da un aspro spirito satirico che intende demistificare con amara lucidità il mito tipicamente americano del vincente. E' arcinoto come la società statunitense sia animata fin dalle origini da uno spirito fortemente competitivo, che mette gli uni contro gli altri nella corsa al primo posto, per raggiungere uno status sociale conforme ai modelli preconfezionati di ricchezza, successo, bellezza e celebrità. La coppia Reitman-Cody (qui alla loro seconda collaborazione dopo il successo di Juno del 2007) intende ridicolizzare esattamente questo meccanismo (ovvero le sue derive eccessive che conducono ad una perversa disumanizzazione collettiva) e ci riesce alla perfezione utilizzando il registro della commedia acida, anti-romantica, irriverente e dal retrogusto acre. L'oggetto della critica degli autori non è circoscritto solamente al molesto personaggio di Mavis (parafulmine di un malcostume ben più ampio) , ma all'intera comunità della cittadina di Mercury (Minnesota), simbolo di un borioso provincialismo estendibile a larghi strati della società americana. Basti pensare alla violenza subita dal personaggio di Matt Freehauf (Patton Oswalt) in nome di un'omofobia fanatica e, nel suo caso, anche ingiustificata, o alla tronfia esibizione di felicità di Buddy Slade (Patrick Wilson), che sventola come una bandiera il raggiungimento dell'american way of life (famiglia modello, lavoro stabile, casa indipendente con giardino, feste con grigliate all'aperto, amici rassicuranti e ipocriti, consumismo compulsivo). Quest'opera fieramente anticonformista, che è tra le migliori di Reitman, avrebbe meritato una visibilità più ampia ed un maggior riconoscimento nei premi ufficiali (ad esempio l'Academy Awards l'ha totalmente snobbata). Ma, probabilmente, è risultata troppo scomoda per ciò che dice e per come lo dice. Anche perchè colpisce nel segno, e su questo non c'è alcun dubbio.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento