domenica 30 maggio 2021

Nella valle di Elah (In the Valley of Elah, 2007) di Paul Haggis

Un vecchio veterano del Vietnam,  Hank Deerfield, uomo all'antica di dura scorza e di saldi principi, padre austero e patriota devoto, si mette alla ricerca del figlio Mike, da poco rientrato dalla guerra in Iraq e scomparso nel nulla senza lasciare traccia. L'uomo si scontra con la reticenza dei burocrati e l'omertà dei militari e capisce presto che qualcosa non quadra e che si sta cercando di insabbiare uno sporco affare. Con l'aiuto di una coraggiosa poliziotta che sta dalla sua parte, Deerfield scoprirà una terribile verità. Terza regia per il canadese Paul Haggis, che ha anche scritto il film ispirandosi ad una scomoda storia vera, con questo vibrante dramma giallo sulla ricerca urgente e dolorosa della verità, contro le ipocrisie conniventi dei loschi giochi di potere. E' un film solido, rigoroso, indignato e impegnato, una parabola lucida e sommessa contro il militarismo e il patriottismo fanatico, che conduce al nazionalismo e, quindi, alla prevaricazione, all'ingiustizia, alla mancanza di rispetto della vita umana in nome di un apparato ideologico fazioso e corrotto. E' un'opera cupa e coraggiosa, che non fa sconti nel perseguimento della sua tesi, un po' monocorde nel suo approccio manicheo, ma animata da un profondo senso di giustizia. Il titolo metaforico cita il luogo biblico della battaglia tra Davide e Golia, ovvero quella tra l'uomo comune ed un sistema potente, chiuso, inscalfibile, intoccabile, apparentemente invincibile. La graduale presa di coscienza del vecchio Deerfield, che incarna gli ideali, le ingenuità e le saldezze dell'America dei padri, vuole essere un simbolo, un monito ed un invito per il risveglio morale di un'intera nazione, che avverte chiaramente un senso di disagio, ma forse non ne ha ancora compreso le reali motivazioni. Potente e un po' retorica l'immagine dell'epilogo, con la bandiera capovolta attaccata con il nastro adesivo. Come a dire che concetti e valori sono sicuramente legittimi, sacrosanti e giusti, ma sono poi gli interpreti di questi (gli uomini) a fare la differenza. E quindi il vizio formale non risiede tanto nel principio ma in come (e da chi) questo viene praticamente applicato. Cast stellare con Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Susan Sarandon, Jason Patric, Jonathan Tucker e Josh Brolin. Straordinaria interpretazione di Lee Jones, misurato, commovente, il volto scavato del dolore represso e della fiera indignazione. Giustamente candidato dall'Academy come miglior attore protagonista.

Voto:
voto: 3,5/5

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