domenica 23 maggio 2021

Il segreto di Vera Drake (Vera Drake, 2004) di Mike Leigh

Londra, 1950. Vera Drake è una donna benvoluta per il suo altruismo, che lavora come cameriera, si occupa della famiglia e dà sempre una mano a tutti quando c'è bisogno. Un giorno la polizia irrompe nella sua casa e porta alla luce il suo segreto: Vera aiuta le ragazze incinta ad abortire illegalmente, ma per puro spirito umanitario, senza concepire compensi e senza preoccuparsi dell'illegalità delle sue azioni. Intenso dramma d'ambiente di Mike Leigh (che lo ha anche scritto) ambientato nel mondo della sua infanzia: la Londra povera dei quartieri popolari degli anni '50, un mondo duro, ignorante e difficile, in cui la vita e la morte andavano a braccetto nelle drammatiche difficoltà del quotidiano, ma rischiarato da una profonda umanità, un naturale senso di solidarietà verso il prossimo e un candore toccante, semplice, così ingenuo da risultare commovente. E' evidente la nostalgia dell'autore per questi valori che oggi non esistono più e che sono addirittura motivo di scherno o di imbarazzo in molti strati della società moderna, pervasi da un gelido cinismo e da una disumana indifferenza, che fa molta più paura delle "orribili azioni" di Vera. E' questo il senso intimo del film e il "messaggio" che Leigh intende comunicare tra le righe di una ricostruzione storica perfetta e di una messa in scena di asciutta lucidità, che mette in primo piano l'umanità dei personaggi e, in particolare, la purezza disarmante della protagonista. Vera Drake non è un'eroina, non è un demonio, non è una ribelle e non è una criminale. E' una donna umile e volenterosa, che si sente utile aiutando gli altri e vede le cose dalla sua limitata prospettiva di popolana caritatevole, cresciuta in un ambiente duro e greve, lontana dai codici legali dei tribunali e dai sermoni morali degli intellettuali. La sequenza con il volto della donna in primo piano mentre ascolta in tribunale l'enumerato delle sue colpe (e si sforza di comprendere le motivazioni dell'accusa e rileggere la sua vita secondo un'ottica diversa, che non le appartiene) è da antologia, un momento di grandissimo cinema. Gli altri temi che emergono dall'opera (la lotta di classe e il conflitto tra azione e morale) sono sviluppati con analoga sobrietà decorosa, mai urlati ma suggeriti, lasciando allo spettatore il compito di prendere una posizione ideologica in merito. Da menzionare l'affascinante fotografia grigiata di Dick Pope (che conferisce al film una suggestione antica e scabra, perfettamente funzionale agli ambienti e alle tematiche) e la magistrale interpretazione di Imelda Staunton (candidata all'Oscar come miglior protagonista). Il regista non giudica esplicitamente i suoi personaggi ma li accarezza con uno sguardo di tenera comprensione, facendo capire chiaramente da che parte sta. Il film ha avuto tre nomination agli Oscar ed ha vinto due premi al Festival di Venezia: Leone d'Oro al miglior film e Coppa Volpi per la magnifica Staunton.
 
Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento