Martin Bishop guida una squadra di abili specialisti nel cercare falle nei sistemi di sicurezza elettronici, allo scopo di collaudarne l'efficacia. Due agenti governativi commissionano a Bishop e il suo team un delicato incarico di massima riservatezza: impadronirsi di un dispositivo realizzato da un geniale matematico russo che consente la decodifica di tutti i codici crittografati esistenti. L'occasione per il "prelievo" è la visita dello scienziato negli Stati Uniti per una conferenza informatica. L'operazione riesce brillantemente, ma Bishop scoprirà a sue spese di essere finito in mezzo ad un losco complotto eversivo, che lascerà sul campo vittime e metterà a rischio delicati equilibri internazionali. Sarà l'inizio di una pericolosa corsa contro il tempo per rimediare all'inghippo e salvare la pelle. Avvincente thriller spionistico di Phil Alden Robinson, con un cast sontuoso, ritmo teso e una sceneggiatura complessa e articolata, non sempre esemplare nel conciliare le sequenze di azione con le numerose spiegazioni tecnico-scientifiche. Sospeso tra la gradevole ironia della prima parte e le claustrofobiche atmosfere da spy-movie della seconda, è un prodotto d'intrattenimento hollywoodiano realizzato con buon mestiere e al servizio della grande squadra di attori di magnetico carisma: Robert Redford, Sidney Poitier, David Strathairn, Dan Aykroyd, Ben Kingsley e il compianto River Phoenix. Come spesso avviene il titolo italiano è fuorviante e pedantemente enfatico nel tentativo di essere più esplicativo possibile. In lingua inglese il termine "sneakers" si riferisce ad un tipo di scarpe da ginnastica e, per estensione, a coloro che le indossano e che sono quindi in grado di muoversi furtivi, silenziosi e veloci, senza farsi notare. Nel gergo informatico (che è poi quello a cui il titolo originale allude) gli "sneakers" sono (per assonanza) gli hacker "buoni", che si intrufolano nei sistemi di sicurezza per testarne la solidità e bloccare le eventuali backdoor.
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