venerdì 21 maggio 2021

Un piccolo favore (A Simple Favor, 2018) di Paul Feig

Stephanie è una giovane mamma single, iperattiva e un po' ingenua, che si occupa a tempo pieno del piccolo figlio e di un video blog in cui dispensa consigli culinari. L'incontro con Emily, bellissima, sofisticata e misteriosa, madre poco attenta di un compagno di classe del figlio, le cambia totalmente la vita. Le due donne, apparentemente agli antipodi, iniziano a frequentarsi e diventano amiche per la pelle, dopo aver scoperto di condividere torbidi segreti nel loro passato. Dopo aver chiesto a Stephanie un "piccolo favore", Emily sparisce nel nulla, gettando in ansia il suo giovane marito Henry e avvicinando ulteriormente Stephanie alla loro famiglia. La polizia indaga, i giorni passano, Henry e Stephanie diventano sempre più "intimi", ma è solo l'inizio di un'oscura storia che affonda le radici nell'adolescenza di Emily. Thriller patinato di Paul Feig, contaminato con tocchi da commedia nera e da una maliziosa sensualità che deriva dalle due protagoniste femminili, in un gioco di incastri, sovrapposizioni e ribaltoni che scompagina di continuo la trama, nella ricerca programmatica (e un bel po' maldestra) del colpo di scena. Nonostante questo, molte cose sono "chiare" fin da subito e non è necessario essere Sherlock Holmes per intuire dove si andrà a parare. Le due interpreti principali sono brave, in ruoli che paiono cuciti a pennello per la rispettiva fisicità e personalità: Blake Lively è perfetta per Emily, una dark lady snob e tormentata con tanti scheletri nell'armadio, capace di ammaliare uomini e donne con un solo sguardo. Anna Kendrick, con il suo aspetto sbarazzino e irrequieto, è credibilissima nel ruolo della mamma tuttofare, non troppo attenta all'aspetto ma solo apparentemente "sciocca", abilissima ed eclettica a conformarsi rapidamente con ogni situazione, anche se deve vestire "panni" non suoi. A parte questo non c'è molto altro, si scivola agilmente attraverso una serie di stereotipi del thriller, citazioni ai classici e sensi di dèjà-vu ricorrenti (Gone Girl di Fincher è quello più evidente) in un film innocuo che finisce in fretta e si dimentica un secondo dopo. Adatto all'intrattenimento leggerissimo.

Voto:
voto: 2,5/5

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