Biopic drammatico sulla vita difficile di Rubin Carter, ispirato al libro "Lazarus e Hurricane" di Sam Chaiton e Terry Swinton e all'autobiografia scritta dallo stesso Carter. Rubin Carter è un afroamericano cresciuto in un quartiere difficile e in un'America difficile per le persone di colore, in anni in cui la discriminazione razziale era la normalità. Dopo un'adolescenza passata tra violenza e riformatori, diventa un pugile di valore lanciato verso una grande carriera, con il soprannome di "Hurricane", e arriva a combattere per il titolo mondiale dei pesi medi, ma perde ai punti (probabilmente per una decisione di stampo razzistico). Nel 1966 viene accusato dell'omicidio di tre persone in un bar del New Jersey e condannato all'ergastolo da una giuria di soli bianchi, malgrado le prove contro di lui non fossero schiaccianti. Nel 1974 scrive la sua autobiografia in carcere, in cui professa la sua innocenza e denuncia le ingiustizie subite per il colore della sua pelle. Un giovane afroamericano problematico di Brooklyn la legge, vi si identifica e si appassiona al caso, coinvolgendo nella battaglia civile i suoi assistenti sociali (tre bianchi canadesi). L'inchiesta viene riaperta, vengono fatte nuove indagini e ascoltati nuovi testimoni, mentre due degli accusatori di Carter ritrattano la loro iniziale deposizione. Nel 1988, dopo aver scontato 22 anni di carcere, Rubin "Hurricane" Carter viene riconosciuto innocente dal tribunale di New York e viene rimesso in libertà. Norman Jewison, regista vigoroso e liberale che si è spesso interessato, durante la sua carriera, ai temi sociali, dirige con piglio e fermezza questo film biografico di denuncia, impegnato e indignato, che ricostruisce un affresco inquietante (e realistico) dell'America razzista degli anni '60. Pur nei limiti di un'opera manichea "a tesi", in cui la ricostruzione storica documentaristica cede spesso alla tentazione del romanzo, la pellicola ha dalla sua la salda legittimità della causa, la minuziosa cura della confezione, la perfetta ricostruzione d'epoca, il fascinoso tono classico e la magnifica interpretazione del fuoriclasse Denzel Washington (candidato all'Oscar come miglior attore protagonista). Non tutto quello che viene raccontato nel film è autentico, ma lo sono il quadro d'insieme e il peso del pregiudizio razziale sulla società americana di quegli anni drammatici. Nella colonna sonora è stato incluso il brano "Hurricane", scritto da Bob Dylan nel 1975 per sostenere la causa di Rubin Carter.
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