Nel settembre 1944, tre mesi dopo il "D-Day", il comando alleato avvia l'operazione "Market-Garden" per stringere i tempi dell'attacco al cuore della Germania. Lo scopo della missione è la conquista di una serie di ponti strategici nei Paesi Bassi, sul Reno e sulla Mosa, per opera di 35mila paracadutisti anglo-americani, che dovranno poi mantenere le loro posizioni attendendo l'arrivo da terra della Trentesima Armata. Ma la mancata conquista del ponte di Arnhem provocherà il fallimento dell'intera operazione. Imponente kolossal bellico di Richard Attenborough, ispirato alle reali vicende narrate nel saggio storico "Quell'ultimo ponte" di Cornelius Ryan. E' un film ad alto budget e divenuto famoso per due motivi: può vantare uno dei cast più stellari della storia del cinema (Dirk Bogarde, James Caan, Michael Caine, Sean Connery, Elliott Gould, Gene Hackman, Anthony Hopkins, Laurence Olivier, Robert Redford, Ryan O'Neal, Liv Ullmann, Maximilian Schell) ma, nonostante questo, fu un flop assoluto di pubblico e critica, stroncato praticamente da tutti, che ne criticarono la lunghezza, la lentezza e la mancanza di epica. Qualcuno disse, non senza lucida ironia, che solo gli inglesi possono permettersi il lusso di girare un film così costoso per rievocare una sconfitta. Ma, nonostante le oggettive imperfezioni della pellicola (ridondanza, dilatazione, bozzettismo, carenza di equilibrio tra un'ottima prima parte e una seconda caotica), probabilmente risiede proprio in questo il motivo dell'insuccesso: il pubblico non era pronto per un film del genere, che racconta un fallimento e non celebra l'eroismo di una vittoria. In questo sta, invece, uno dei meriti più innovativi del progetto: mostrare una sconfitta per suggerire che in una guerra non ci sono vincitori, ma perde l'umanità. Ma, probabilmente, i tempi non erano ancora maturi per questo e la realizzazione non fu pienamente all'altezza delle ambizioni iniziali.
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