Pamela Lyndon Travers è una scrittrice di letteratura per ragazzi, una donna fiera e testarda che ha costruito la sua carriera sul successo del suo romanzo più famoso: "Mary Poppins". Da 20 anni è "corteggiata" con insistenza da Walt Disney, che intende fare un adattamento cinematografico del libro (per tener fede a una promessa fatta alle sue figlie) e cerca in ogni modo di convincerla a cedergli i diritti. Pamela parte da Londra per la California per supervisionare lo script realizzato dalla Disney, ma, impassibile ad ogni forma di cortesia e gentilezza, rimane intransigente sulle sue rigide posizioni di diniego, con relativo arrogante snobismo nei confronti della famosa casa produttrice. A mano a mano che si assiste alla messa in scena dell'ipotetico adattamento del libro della Travers, s'intuiscono i motivi della sua inflessibilità e del suo legame viscerale rispetto al mondo fantastico di Mary Poppins. Attraverso una serie di flashback ci viene mostrata la dolorosa infanzia di Pamela in Australia, con una madre debole ed un padre affettuoso idealista, da lei adorato come un idolo, ma segnato dal vizio dell'alcool e dall'inettitudine sul lavoro. La Travers ha riversato nel racconto tutti i sogni, i dolori, i palpiti e le amarezze di quel periodo traumatico, in modo tale che ogni personaggio letterario corrisponda ad una figura del suo passato. Un passato che l'ha segnata in maniera profonda. Biografia romanzata (e molto sentimentale) sulla nascita di una leggenda cinematografica, il super classico della Disney del 1964, diretto da Robert Stevenson, che ha fatto sognare intere generazioni e reso eterne le sue canzoni, i suoi scioglilingua e il personaggio della tata volante che arriva a portare buon umore dove ce n'è bisogno. Per quanto questo film sia ben realizzato, con una eccellente ricostruzione d'epoca, dei personaggi ammalianti e una grande squadra di attori (tutti bravissimi, dalla mattatrice Emma Thompson al pragmatico Tom Hanks, dall'intenso Colin Farrell al dolce Paul Giamatti), il suo grande problema è nella fonte "sospetta": un film prodotto dalla Disney che racconta di come il suo padre fondatore ottenne i diritti di uno dei suoi film più famosi, non può che essere edulcorato, agiografico, lezioso, retorico e infarcito di melassa sentimentale. In altre parole, sarà anche vero che "basta un poco di zucchero e la pillola va giù", ma qui di zucchero ce n'è a dismisura, e si rischia il diabete.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento