martedì 25 maggio 2021

La leggenda di Robin Hood (The Adventures of Robin Hood, 1938) di Michael Curtiz, William Keighley

Inghilterra, 1191: approfittando della forzata assenza del re legittimo, Riccardo "Cuor di Leone", fatto prigioniero in Terra Santa durante le Crociate contro i Turchi, il suo diabolico fratello, Giovanni Senzaterra, si appropria del trono e impone al popolo un regime di terrore e di prepotenze. I suoi bracci armati sono il malvagio Sir Guy di Gisborne e lo sceriffo di Nottingham, che da anni tenta di catturare il suo peggior nemico: Robin di Locksley, detto Robin Hood, ladro gentiluomo, arciere infallibile e ribelle temerario, che guida un manipolo di simpatici briganti che, partendo dalla loro base nella foresta di Sherwood, saccheggiano le ricchezze dei nobili per distribuirle ai poveri. Robin Hood si mette alla guida di un gruppo di rivoltosi contro il principe usurpatore e, grazie alla sua astuzia, infligge più di uno smacco alle truppe reali, ma viene infine catturato dallo sceriffo sua nemesi. Condannato alla pena di morte, viene tratto in salvo dalla bella Lady Marian, coraggiosa e leale cugina del re, che si è innamorata di lui. Alla fine l'esercito degli impostori sarà sconfitto dagli uomini di Robin e il ritorno sul trono di Riccardo "Cuor di Leone" sancirà la fine del regno di terrore e l'inizio di una nuova vita da conte per Robin di Locksley, che, ovviamente, convolerà a giuste nozze con Marian, sotto la benedizione regale. Questo colossale film d'avventura di Curtiz-Keighley è il più famoso e riuscito adattamento per il grande schermo delle gesta dell'eroe di Sherwood, e una delle più importanti pellicole mai realizzate dal cinema americano nel genere adventure-action. Fu girato con ingenti mezzi e senza badare a spese dalla Warner e, alla sua uscita, fu un enorme successo mondiale, incantando il pubblico di ogni latitudine per la bellezza delle immagini in Technicolor, per il fascino delle ambientazioni, per la sontuosa ricostruzione storica, per l'imponenza delle battaglie, per il dinamismo acrobatico delle scene d'azione e, ovviamente, per il carisma irresistibile del suo protagonista, l'australiano Errol Flynn, che consolidò il suo mito di più grande divo del cinema d'azione. Adorato dal pubblico (e dalle donne), spericolato nella vita come nella finzione scenica, croce e delizia dei produttori americani (e di Jack Warner in particolare) per il suo carattere difficile e indomabile, Flynn divenne a tutti gli effetti, dopo questo film, una leggenda di Hollywood. Diversi critici hanno paragonato l'impatto che questa pellicola ebbe sul pubblico (e sul cinema in generale) a quello de I predatori dell'arca perduta (1981) di Steven Spielberg, tanto per restare in tema di grandi avventure. Tra i tanti meriti di Flynn nel suo saper reinventare i codici del genere sintonizzandosi istintivamente con i gusti del grande pubblico (oltre alla naturale e ineguagliabile presenza scenica), ci sono quelli (assolutamente nuovi per l'epoca) di aver donato ai suoi personaggi una carica vitale, una sfacciata simpatia, un'irruenza malandrina ed un fascino elegante che non si erano mai visti prima sul grande schermo. Al suo fianco l'immancabile fedelissima Olivia de Havilland, seguita da Basil Rathbone, Melville Cooper, Claude Rains e Alan Hale. Il film vinse tre Oscar: colonna sonora, scenografie e montaggio.
 
Voto:
voto: 4,5/5

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