A Napoli Tommaso e Cecilia si amano, convivono e stanno per sposarsi. Ma, come a volte capita in vista del traguardo finale, lei ci ripensa e lo lascia, rinfacciandogli di essere pigro, anaffettivo, introverso e anche traditore. Lui entra in crisi, è inconsolabile, si parla addosso, sproloquia in giro, diventa un tormento per tutti. Cecilia si mette col bizzarro Enea, tenero e solare, anche giocherellone (fin troppo), ma lei capisce che, in fondo in fondo, desidera ancora Tommaso, con tutte le sue imperfezioni. Ritorno di fiamma e preparativi di nozze bis. Ma stavolta ci ripensa lui, perchè alla fine non era davvero amore, ma ... un calesse. Spiazzante commedia romantica di Massimo Troisi (ma forse sarebbe più corretto parlare di "melodramma lunare"), arrivato qui al culmine della sua fase introspettiva, già iniziata nel precedente Le vie del Signore sono finite (1987). Più che un film d'amore è un film sull'amore, che cerca di riflettere, tra paradossi e divagazioni, sul senso, la natura e la fugacità di questo sentimento, cantato e celebrato fin dall'alba dei tempi. E' un Troisi diverso che cerca di fare cose diverse, anarchico e meditabondo, dolcemente logorroico, etereo e sfuggente, ma più studiato che ispirato. Troppa testa e poco cuore, è questo il problema maggiore di questo film, in cui il comico partenopeo sembra sforzarsi di voler dare a tutti i costi una nuova immagine di sè, basti pensare al grande spazio concesso agli altri attori sulla scena, con cui la condivide invece di tiranneggiarla come agli esordi. Non mancano i momenti riusciti, a cominciare dalla buona prova interpretativa di Francesca Neri (brava e bella come il sole) e del solito Marco Messeri (grande amico e sodale di Troisi), ma la sensazione di un generale senso di incompiutezza è quella prevalente. Nonostante sia il suo film meno riuscito, ebbe un successo di pubblico straordinario, sbancando il botteghino nazionale oltre ogni aspettativa (si dice anche grazie ad un geniale spot televisivo che il comico fece per promuoverlo, palandone malissimo e in un improbabile dialetto milanese), mentre la critica lo snobbò senza mezzi termini. Quello che però mise tutti d'accordo fu la splendida canzone "Quando" della colonna sonora, probabilmente il pezzo più bello tra quelli che Pino Daniele ha composto per i film di Massimo Troisi.
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