Dal romanzo "Israel Rank" di Roy Horniman. Nel 1880 Louis Mazzini, figlio di una nobile inglese diseredata della stirpe dei D'Ascoyne e di un cantante italiano morto poco dopo la sua nascita, vive in povertà in uno squallido quartiere londinese. Quando i D'Ascoyne negano il permesso di sepoltura della madre nella tomba di famiglia, Louis decide di vendicarsi e, per riprendersi quel titolo aristocratico che lui ritiene suo di diritto, elimina gli otto ancora viventi dell'albero genealogico dei D'Ascoyne. Diventa così Duca ed è conteso tra due donne: la vedova Edith e l'ambiziosa Sibella, che è sposata con il suo rivale Lionel. Quando quest'ultimo muore improvvisamente, Louis viene arrestato e condannato a morte per l'unico delitto che non ha commesso. Ma Sibella, che non gli è mai stata indifferente, pensa a uno stratagemma per scagionarlo. Straordinaria commedia satirica al vetriolo di Robert Hamer, prodotta dagli studi Ealing, che in quel periodo si affermarono come leader inglesi in questa categoria. E' uno dei capolavori indiscussi del genere e la prima black comedy del cinema britannico. E' dunque una pietra miliare, un archetipo, che si distingue per la forza di un’ironia mai sentenziosa, di mordacità trattenuta, dal tono parodistico elegante e mai sopra le righe, tutto all'insegna di una distorsione allegorico machiavellica degli eventi che altera persino la linearità della narrazione, in funzione del piano di Louis. Più che ridere si ghigna (ma di gusto), grazie ad una satira in egual misura intelligente e paradossale, sempre sobria e al servizio del cast, in cui il protagonista è Dennis Price, ma svetta un camaleontico e strepitoso Alec Guinness, che interpreta ben 8 ruoli diversi, ovvero le vittime designate per la corsa al ducato, anticipando quello che poi sarà ripetuto da Peter Sellers con Kubrick negli anni '60. Le interpreti femminili sono Valerie Hobson e Joan Greenwood. Ideali compagni di scuderia coevi di questo film sono sicuramente Monsieur Verdoux (1947) di Charlie Chaplin e Le roman d'un tricheur (1936) di Sacha Guitry. Negli Stati Uniti i distributori imposero un finale leggermente diverso, meno ambiguo e più edificante, in accordo al moralismo nazionale.
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