Vita e opere di Giacomo Leopardi, intrecciate in un flusso inestricabile di fatti, emozioni, pensieri e suggestioni. Mario Martone torna ad occuparsi dell'800 dopo l'originale e ottimo Noi credevamo, per "rileggere" la figura del più grande poeta del Romanticismo e offrircene una visione inedita, rispetto a quella che l'immaginario collettivo ha ereditato (non senza superficialità) dai libri di scuola, e, molto probabilmente, più realistica. La forte scelta concettuale attuata dal regista sta nel raccontare l'uomo e il poeta come un tutt'uno, (con)fondendo in questo modo vita e poesia, interiore ed esteriore, ideale e reale. E' una scelta visionaria che già definisce la cifra stilistica del film, ma è anche una scelta saggia e colta, perchè Leopardi era un romantico (anzi il più grande tra i romantici) e quindi la sua concezione della realtà era inevitabilmente lirica, ovvero filtrata attraverso il proprio stato d'animo. L'opera è divisa in tre parti, non tutte uniformi per valore artistico e fascino visivo. Tre parti per raccontare una vita inquieta e straordinaria di un animo troppo nobile e troppo elevato per poter trovare il suo posto in questo mondo. Una vita in gabbia, prigioniero di Recanati, del borgo amato e odiato che, con il suo cumulo di convenzioni e conformismo, tarpava le ali della sua immensa fantasia giovanile. Prigioniero di una famiglia nobile e reazionaria, di un padre erudito e asfissiante e di una madre gelida e anaffettiva. Prigioniero dei suoi grandi ideali, delle sue passioni inespresse, della vita che ha sempre immaginato e mai vissuto, della biblioteca-galera paterna, delle sue "sudate carte", degli amori vagheggiati, dei viaggi mai fatti. Prigioniero di sè stesso, perchè anche quando lascerà per sempre il nativo borgo per spiccare il volo "oltre la siepe", non riuscirà mai a trovare quello che realmente cercava, perchè l'idea supera sempre la realtà. E perchè non si può fuggire da sè stessi, in qualunque posto si vada. Tre parti per raccontarci Leopardi poeta e uomo: l'infanzia e la giovinezza a Recanati, il soggiorno a Firenze tra salotti di intellettuali spocchiosi e amori deludenti, gli ultimi anni a Napoli, con il fedele amico Ranieri, dalle viscere carnali della Partenope peccaminosa alle falde desolate del Vesuvio, quel "formidabile monte sterminatore" che gli ispirerà "La ginestra", il suo testamento spirituale. La prima e la terza tranche sono straordinarie, raggiungono vette di pura poesia, di magico incanto e di doloroso intimismo, con una lunga serie di invenzioni registiche di alto magistero. La parte toscana è invece più didascalica e convenzionale, pur esibendo una messa in scena sontuosa e una recitazione sempre brillante. Straordinaria interpretazione di Elio Germano (forse la migliore in assoluto della sua carriera), che si conferma punta di diamante del cinema d'autore italiano e ci regala un Leopardi tenero e tormentato, ironico e geniale, fragile e sognante, dolce e rabbioso, appassionato e malinconico. Un Leopardi uomo-poeta assolutamente realistico e credibile, nel suo groviglio di contraddizioni e di debolezze umane. Nel cast, oltre al magnifico protagonista, vanno segnalati Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Iaia Forte e Isabella Ragonese. Notevole e ardito l'utilizzo evocativo della colonna sonora, con accostamenti stranianti tra la musica classica e quella elettronica. Il film è stato il maggior successo commerciale di Mario Martone ed ha vinto tutti i premi italiani dell'anno 2014, tra cui anche 4 premi internazionali al Festival di Venezia: Premio Pasinetti e Premio Vittorio Veneto a Elio Germano, Premio AKAI a Iaia Forte e Premio Piero Piccioni al musicista tedesco Sacha Ring. Il Leopardi di Martone è un uomo in carne, ossa e poesia, lontano da quello cupo e musone dei libri scolastici, un ribelle introverso, un nevrotico illuminato, un poeta dell'anima. Non un esile figura stereotipata ma un uomo complesso, moderno, universale, molto più vicino alle problematiche attuali di quanto si potesse immaginare.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento