lunedì 24 maggio 2021

The Imitation Game (2014) di Morten Tyldum

Vita del matematico inglese Alan Turing (liberamente ispirato alla biografia "Alan Turing: The Enigma" di Andrew Hodges), grande esperto di crittografia e ideatore della macchina omonima che può considerarsi il più autorevole antenato del moderno computer. Il film si concentra su aspetti della vita privata di Turing, in particolare alla sua omosessualità, e sulla missione che gli venne affidata dal governo inglese, durante la seconda guerra mondiale, di decifrare il codice Enigma, utilizzato dai nazisti nelle loro comunicazioni militari. Con l'aiuto di uno staff di cervelloni e di una giovane appassionata di enigmistica, Turing riuscirà nell'impresa. Dramma storico di Morten Tyldum che porta alla ribalta un genio assoluto nel suo campo (purtroppo quasi sconosciuto ai più) e un eroe di guerra (si calcola che grazie alla sua macchina che permise di decifrare Enigma, il conflitto contro la Germania sia stato abbreviato di due anni, salvando così circa 14 milioni di vite umane). La pellicola è idealmente divisa in due tronconi: l'aspetto umano (che è quello che sta più a cuore al regista) e quello strettamente scientifico, ovviamente meno interessante per il pubblico generalista. In entrambi gli ambiti, però, non si va oltre l'affresco convenzionale, didascalico, moralistico e senza lampi, tipico di molte opere di questo tipo. La denuncia delle ingiustizie e delle discriminazioni subite da  Turing per la sua "diversità" sessuale è blanda e all'insegna di uno stile drammaturgico più di maniera che di sostanza. In questo modo il Turing di Morten Tyldum diventa "solo" un altro martire sull'altare dell'intolleranza, che il cinema hollywoodiano ha blandamente cercato di "risarcire", raccontandone superficialmente i meriti e le caratteristiche, ma senza nemmeno provare a sfiorarne l'anima. Il protagonista Benedict Cumberbatch è bravo e credibile, così come sono di buon livello l'interpretazione di Keira Knightley (che paga sempre qualcosa per il fatto di essere troppo bella), le musiche di Alexandre Desplat e la fotografia d'ambiente di Óscar Faura. Il film vinse invece l'Oscar alla migliore sceneggiatura (Graham Moore), non senza una certa dose di generosità. 

Voto:
voto: 3/5

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