martedì 18 maggio 2021

Il promontorio della paura (Cape Fear, 1962) di J. Lee Thompson

Max Cady, delinquente depravato, esce dal carcere per buona condotta e vuole vendicarsi dell'avvocato Sam Bowden che lo ha fatto condannare 8 anni prima. Cady inizia a perseguitare Bowden e la sua famiglia, minacciando di rivalersi innanzi tutto su sua moglie e sua figlia. L'avvocato si ritira insieme ai suoi in un posto isolato per mettersi in salvo, ma il folle criminale riuscirà lo stesso a trovarli, dando inizio ad una disperata lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi. Angosciante thriller di suspense di J. Lee Thompson, tratto dal romanzo "The Executioners" di John D. MacDonald. E' un film di solida tensione, dall'anima selvaggia, di oscura violenza e di morbose suggestioni, che mette in scena l'eterna battaglia tra bene e male con logica manichea, rendendo chiaro fin dall'inizio allo spettatore per chi deve parteggiare. Alla sua uscita sconvolse il pubblico per la sadica ferocia del cattivo, magistralmente interpretato da Robert Mitchum (non nuovo a questi ruoli nella sua carriera), e per il senso perverso di minaccia verso la famiglia, ovvero l'istituzione e il bene supremo di qualunque modello sociale-affettivo. Il ruolo di Cady era stato inizialmente offerto a Gregory Peck, che non se la sentiva di aggiungere un villain così spregevole alla sua galleria di malvagi sul grande schermo, così la produzione decise di affidargli il personaggio di Bowden. Alcuni sollevarono delle remore per il fatto che Peck fosse fisicamente ben più prestante di Mitchum e si temette che la minaccia potesse risultare visivamente poco credibile. Ma la performance del secondo, oggettivamente inquietante, spazzò via ogni dubbio quando la pellicola arrivò nelle sale. Completano il cast Martin Balsam, Telly Savalas e Polly Bergen. E' il miglior film dell'autore, divenuto un cult con il passare degli anni, al punto di attirare le attenzioni di Martin Scorsese (principalmente affascinato dalle influenze malsane che possono instaurarsi nel rapporto tra vittima e carnefice), che ne fece un buon remake con Robert De Niro e Nick Nolte nel 1991. Le musiche, di grande impatto perturbante, sono del leggendario Bernard Herrmann e rappresentano un valore aggiunto dell'opera.
 
Voto:
voto: 4/5

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