domenica 30 maggio 2021

Indocina (Indochine, 1992) di Régis Wargnier

Anni '30, Indocina francese, durante la guerra per l'indipendenza del paese asiatico. Eliane, ricca latifondista francese, e Camille, giovane vietnamita di nobili origini da lei adottata, sono entrambe innamorate di Jean-Baptiste, tenente della Marina francese. L'amante conteso alla fine sceglierà Camille e diserterà per seguirla nella lotta clandestina. Melodramma storico ambizioso e visivamente bellissimo, una sorta di Via col vento alla francese, almeno nelle intenzioni di regista e produttori. Nonostante l'estetica sontuosa, la magnificenza delle ambientazioni, lo sfarzo dei costumi, la perfetta ricostruzione storica, la bravura degli attori e l'evidente messaggio anticolonialista, il film non è completamente riuscito per colpa di una sceneggiatura esile e di una regia puramente decorativa, creando un netto squilibrio tra forma e contenuto. Dal punto di vista storico e politico la pellicola è convenzionale, inamidata e sfocata, con un accumulo enfatico di sentimentalismo e di scene ad effetto, che però non vanno mai oltre la superficie patinata. Da segnalare la notevole interpretazione della protagonista Catherine Deneuve, magnetica, algida e sprezzante, perfetta incarnazione dello snobismo arrogante dei padroni coloniali, che, anche quando li amavano, continuavano inconsciamente a trattare i nativi come "inferiori". La pellicola vinse l'Oscar al miglior film straniero (fin troppo generosamente) e ottenne anche la candidatura per la Deneuve come migliore attrice. Grazie alla visibilità fornitagli dai premi ricevuti, i suoi meriti furono di molto ingigantiti e persino il protagonista maschile, Vincent Pérez, venne frettolosamente definito da diversi facinorosi come il nuovo Alain Delon. Ma il tempo è stato, come sempre, galantuomo e tutto si sgonfiò molto presto.
 
Voto:
voto: 3/5

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