lunedì 24 maggio 2021

Morte di un matematico napoletano (1992) di Mario Martone

Napoli, 1959. L'ultima settimana di vita del matematico Renato Caccioppoli. Uomo sui generis, disilluso e tormentato, alcolista impenitente, illustre accademico, matematico brillante, intellettuale scomodo, comunista "eretico", un uomo contro, troppo libero, troppo instabile, troppo inquieto e troppo adombrato per non imboccare la strada del cupio dissolvi che l'ha condotto al suicidio. Notevole esordio del napoletano Mario Martone, con questo dramma biografico, crepuscolare e allucinato, sull'ultimo miglio di un personaggio affascinante nelle sue contraddizioni e inevitabilmente "maledetto": un po' genio, un po' folle, un po' martire e un po' narcisista. Ambientato in una Napoli funerea e scolorita, è un film onirico intimistico sul male di vivere e sul patimento interiore che è da un lato condanna e dall'altro fierezza, perchè direttamente proporzionale alla grandezza dell'animo e alla finezza della mente. Il dolore è l'inevitabile compagno degli spiriti alti e degli ingegni sopraffini, è questo il senso di lettura più profondo di questo malinconico "notturno", intriso di dolente umanità e di senso politico. Costruito su un protagonista maestoso e terribile (interpretato con straordinaria intensità emotiva da Carlo Cecchi), è un film importante, solido e originale, più sognato che raccontato, quasi immerso in un perenne stato di dormiveglia (quello di Caccioppoli, ormai proiettato oltre la vita), un "ultimo valzer" che l'autore intende trasfigurare, metaforicamente, nel mesto tramonto ideologico non solo di un individuo, ma di una città e, forse, di una generazione di idealisti sconfitti. La morte di Caccioppoli, in questa sorprendente opera prima, è anche la morte della cultura, o meglio di quella cultura che viaggiava sotto braccio con la politica, con l'azione e con l'impegno sociale, illuminate dalla luce di grandi utopie. Nel cast, oltre al protagonista, vanno segnalati Anna Bonaiuto, Toni Servillo, Renato Carpentieri, Licia Maglietta e la politica Vera Lombardi (all'epoca quasi novantenne), nel ruolo di Maria Bakunin, insigne biologa e zia di Caccioppoli. La scelta della Lombardi fu un sensibile atto di riconoscenza dell'autore per omaggiare l'impegno politico a fianco del proletariato che la donna ha sempre profuso in tutta la sua vita. Il film è stato premiato al Festival di Venezia con il  Leone d'Argento - Gran Premio della giuria a Mario Martone.

Voto:
voto: 4/5

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