Dal racconto omonimo best–seller di Truman Capote, basato su un cruento fatto di cronaca realmente accaduto. Holcomb, Kansas, 1959. Due giovani sbandati, Perry Edward Smith e Richard Eugene Hickock, appena usciti di prigione in libertà condizionata, tentano una rapina ai danni di un agricoltore benestante, penetrano di notte nella sua fattoria, non trovano il denaro che cercavano e fanno una strage, sterminando l'intera famiglia. Vengono arrestati grazie ad una informazione partita dal carcere e, dopo un estenuante interrogatorio, confessano le loro colpe. Condannati alla pena capitale, saranno impiccati dopo 5 anni di inutili ricorsi e pentimenti. Doloroso dramma criminale di Richard Brooks, in uno dei suoi film più importanti e riusciti, grazie ad un adattamento scrupoloso del celebre racconto "nero" di Capote, una ricostruzione ambientale di inquietante perfezione (il film fu girato nella vera fattoria dove avvenne il delitto), uno stile iperrealistico che ammicca al documentario, una suggestiva fotografia in bianco e nero che ne esalta la dimensione tragica, la sobria asciuttezza dei toni che rende accettabili (perchè funzionali) anche le scene di macabra violenza, le ispirate musiche di Quincy Jones e le realistiche interpretazioni dei due protagonisti Robert Blake e Scott Wilson (il regista pretese che gli attori scelti per il ruolo dei due assassini dovessero essere semisconosciuti, per enfatizzare al massimo il verismo della messa in scena). Il risultato finale è duro, scioccante, coinvolgente, implacabile. I valori aggiunti dell'opera risiedono anche nelle sue molteplici chiavi di lettura, che la rendono ben più complessa e problematica di quanto potrebbe apparire ad una visione superficiale. Infatti A sangue freddo non è solo un drammatico racconto di cronaca nera, ma (soprattutto) un'analisi psicologica dei due protagonisti, alla ricerca delle motivazione inconsce di un delitto così spietato e inspiegabile, ed un apologo veemente contro la pena di morte, che crea una forte vertigine morale nello spettatore che si trova combattuto tra l'empietà di un crimine tremendo, la legittima necessità di una punizione appropriata, il comprensibile desiderio umano di "vendetta" e l'orrore (ugualmente straziante dal punto di vista etico) del macabro rituale della sentenza capitale. E' un film che sconvolge, che fa riflettere e discutere, che smuove qualcosa nel profondo e rimane dentro anche a visione ultimata. Quindi centra pienamente il suo obiettivo. Quattro candidature agli Oscar: miglior regia, sceneggiatura, fotografia e colonna sonora.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento