Il fotografo Sam e sua moglie Susy (non vedente dopo un grave incidente) entrano per caso in possesso di una bambola imbottita di droga, che il marito nasconde in casa sua in attesa di decidere cosa farne. Durante la sua assenza tre delinquenti che li hanno rintracciati entrano in casa, spacciandosi per amici di Sam e poliziotti, per approfittarsi dell'invalidità di Susy e impadronirsi del carico. Lei intuisce l'inganno, ma non sa dove sia la bambola e si ritrova alla mercé dei tre che sono disposti a tutto pur di recuperare la droga. Celebre thriller di Terence Young, tratto da un'opera teatrale di Broadway scritta da Frederick Knott, che ebbe grande successo alla sua uscita e fece guadagnare alla splendida protagonista Audrey Hepburn la sua quinta (e ultima) nomination agli Oscar come miglior attrice. E' un film di suspense sapientemente costruito, in cui l'ambientazione claustrofobica e limitata, la condizione di inferiorità fisica della protagonista, la bravura degli attori (straordinario anche il villain di Alan Arkin) e le ispirate musiche di Henry Mancini concorrono all'eccellente resa finale del risultato. Il regista tiene bene a mente la "lezione" hitchcockiana su come costruire il pathos, mettendo lo spettatore sempre un passo avanti rispetto ai personaggi, in questo caso avvantaggiato dalla cecità di Susy, per cui noi vediamo cose che lei (ovviamente) non può vedere, ma solo eventualmente percepire in ritardo. Ma tutto si ribalta nella memorabile scena in cui la donna provoca il buio totale nell'appartamento-trappola, mettendosi quindi in posizione di vantaggio rispetto ai suoi persecutori. Il film è tutto costruito sulla bravissima Hepburn, che, per prepararsi al meglio per il ruolo, frequentò per circa un mese una scuola per ciechi e imparò anche a leggere il braille. Invece il crudele psicopatico interpretato da Alan Arkin è una sorta di precursore di tutti i cattivi squilibrati che negli anni successivi affolleranno (con successo) i thriller americani.
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